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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
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   la santa benda della Vergine, il cranio di sant'Anna, le teste de'santi Petronio, Domenico, Procolo e Floriano, e la destra di santa Cecilia. Oltre di che fn-ron chiuse le osterie , e vennero proibiti festini, giuochi e bestemmie. E fu decretato che le compagnie spirituali e gli ordini religiosi, separatamente, a vicenda , dalle ore ventidue sino alle tre della notte , a piedi nudi, con lumi e con canti di penitenza andassero alle quattro croci, a pregar da Dio misericordia ne'presenti flagelli. Ed i fanciulli, vedendo le processioni de* loro parenti , con vario immagini di Nostra Donna givano attorno piangendo e cantando divotamente, e movevano a pietà ed a tenerezza chiunque li vedeva.
   In questa circostanza si cominciò a sonare l'Ave Maria del giorno, concedendo Giulio II. indulgenza a chi recitasse le preghiere mattutine alla Vergine, per ottenere , lei intercedente , misericordia e perdono dal Divin Figlio. — Ed Anton Galeazzo Bentivoglio , per divozione spontanea si recò in pellegrinaggio a san Giacomo di Gallizia, affinchè l'Apostolo santissimo si movesse a compassione della flagellata città. Alla quale molli astrologi predicevano infra breve buona sorte, tranne Luca Gaurico, che le profetò nuove sciagure, e ch'ebbe in compenso dai reggitori tortura e prigionia di venticinque giorni. Così nocque al misere!lo 1' ufficio suo.
   In questo tempo proseguiva ancora la guerra tra i fiorentini ed i pisani ( lunga guerra di gelosia e di confine che fu sostenuta con immenso vigore da entrambi i popoli ) ed Annibale Bentivoglio passava al soldo de' fiorentini con una scelta compagnia di cavalieri, e si unì al Conte Ercole Bentivoglio, e vennero a battaglia campale coi Pisani (... Agosto) cui Bartolommeo d'Aiviano comandava; e lo ruppero, e conquistarono su di lui uomini e bagaglie, nonché cinque stendardi, che furono inviati subitamente al Senato fiorentino, il quale per»gratitudine fece suo capitano, il Conte Ercole, e spedì ad Annibale e a'suoi compagni ricchi doni, dui quali