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ANNALI
stava ad abitazione. — Nel territorio bolognese durò ancora più tempo, e chiese, case e palazzi rovinò. E dice il Ghirardacci che come per forza vulcanica in alcuni lunghi del contado si aperse il suolo , e fuori ne vennero scagliati sì grandi massi di zolle e di pietre che destavano meraviglia: come accadde spezialmente a Zola, che prima Céllola si nomava, ed ora Zola Predosa , si chiama, e forse potrebbe, dirsi Zolla pietrosa con migliore etimologia.
Cinque mesi durò il flagello rinnovellato; ma le scosse le più terribili furono (dopo quella del 3 di Gennaio) altre ai 20 ed ai 27, una nel 3 Marzo e due nel i5 e 18 Maggio. Bologna offeriva per tal cagione una delle scene più lugubri che mai si possa immaginare. Il dolore, lo spavento e la fame stavano impressi nell' aspetto di tutti. Non più i signori nelle loro case , ma Annibale Bentivoglio colla sua donna e co'suoi figli riparavano all'orto della Viola nella Braina di san Donato, Alessandro con Ippolita traevano a Belpoggio, Ginevra (come abbiam detto) era già ritirata fra le Clarisse: solo Giovanni infermiccio durava fermo nel suo palazzo, e gli teneva compagnia 1' intrepido Ermete colla moglie Giacoma Orsini. Non più i tribunali aperti; e gli Anziani si stettero quaranta giorni nell'orto del lor palazzo sotto padiglioni. —S'udiva pertanto un continuo percuotere di martelli, che diroccavao Je alte moli dall' orgoglio inalzate e dalla rabbia de'partiti cittadineschi: si mozzavano, si adeguavano ai tetti, affinchè nuovi e più terribili guasti non apportassero. E la torre di Giovanni Bentivoglio a tale ornai si riduceva , che più 1' apparenza non serbava che di meschina piccionaia.
Pertanto il Senato col Vescovo Ferreri ordinavano di vote processioni a placar l'ira di Dio, giusto pu-nitor degli uomini. A che si aggiunse l'intercessione delle più sante reliquie, che con divota e mesta pompa furono portate per la città a tre chiese destinate: una spina della corona di Nostro Signore, l'Immagine della Madonna del Monte della Guardia,