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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   veniva in Italia per lo stipendio de*soldati; poi tu» altro Barone, che recavasi al conquistato Reame con titolo ed autorità di Viceré; il quale, mentre stette in Bologna fu da Giovanni Bentivoglio ospitato, e venne festeggiato da quei nobili tutti, o cui metteva timore Lodovico Re, o che speravano da lui protezione ed uffici, se mai per vicino mutamento anti-veduto, la stella bentivolesca venisse a tramontare.
   E poiché diciamo di personaggi illustri e potenti che transitaron per Bologna, nomineremo ancora Ip4 polito Cardinale da Este, figlio del Duca Ercole di Ferrara e fratello di Alfonso, erede e successor dei padre nel Ducato degli Estensi, il quale Ippolito, per volontà del genitore (cui stava nell' animo di mantenersi nel seggio, mercè l'amicizia e la parentela del Duca Borgia) passava a Roma con molto seguito di cavalieri modenesi, reggiani e ferraresi, e con cinquecento palafreni, per ricevere la sposa di Alfonso dalle mani del Papa, ed al fratello condurla in moglie nell'entrare del venturo anno. Tale sposa era Lucrezia Borgia , quella virile che il divorzio ed il pugnale già da triplice maritaggio ave* disciolta. Ebbe in marito dapprima un cavalier romano; ma quando Rodrigo Borgia divenne Pontefice , per diecimila ducati il cavaliere la rinunziò. Fu poscia moglie d'un figlio del Re di Napoli, che il Valentino (geloso d'ognuno che fosse amato dal Papa) uccise a tradimento. Andò quindi compagna a Giovanni Sforza Signore di Pesaro ; ma cacciato questi dal soglio per fatto del Valentino, fu divorzio tra gli sposi, e Lucrezia passò a nozze coli'Estense erede, cui recò in dote centomila ducati d'oro, immense gioie e suppellettili, nonché i castelli di Cento e della Pieve, come narrò il Muratori ne'snoi Annali d' Italia. E perchè Cento e la Pieve erano feudi del Vescovo di Bologua, così il Papa assegnò a questo alcune possessioni in quel di Carpi e nel Reggiano. E siccome il Vescovo della Rovere non intendeva di cedere i suoi beni, così Papa Borgia lo trasferì ad un vescovato in Francia, e mandò a