BOLOGNESI 385
ANNO DI CRISTO ltfOI.
Diamo ora le mosse per venire a gesta d'altissima importanza ; e siamo giunti ad anni tali, ohe forse mai i più clamorosi nelle storie bolognesi* Ma mentre per 1' una parte ci gode l'animo di poter esporre avvenimenti la cui grandezza non può rivocarsi in dubbio, perchè narrati, quali furono* da gravissimi autori contemporanei ; per V altra ci duole del confronto, che ne farà parer si meschini da muovere à dispetto i lettori, ora appunto che esponiamo fatti di gran momento non pur per Bologna , ma per tutti gli Stati del Pontefice. E che. tali siano di vero, bastano a darne fede i famosissimi nomi di Alessandro VI. di Giulio II. del Machiavelli e del Guicciardini, i primi due attori principali , gli altri due narratori massimi del solenne dramma, che al principio del secolo decimosesto e' apparecchiava per le Provincie Pontificie e soprammodo per Bologna, la quale vedrebbe il suo Giovanni Bentivoglio cader di seggio dopo ben qu*« rant'anni di reggimento supremo; e tutti gli altri signori delle Romagne dileguarsi come paglia por incendio ; e nuovi ordini di cose rapidamente suo? cedersi e tramutarsi in Bologna ed in Italia nel volger breve di sei lustri dall' anno a che aiamò giunti, e del quale senza più vengo ad esporre le vicende atroci, così per Felsina, oome per ogni terra o città la cui sorte andò congiunta per aloun modo a quella della nostra Bologna.
òesare Borgia, l'inesorabile Duoa di Valentino -minacciava tutta l'Emilia da' suoi alloggiamenti presso Castello Bolognese , e questo voleva dai felsinei , e Faenza dai Manfredi e dai cittadini, e Forlì e Cesena, e Rimino e le altre città di Romagna tutte -agognava l'impudente Duca per sè. Intanto i bolognesi ohe antivedevano come la città lozo^pur anche
Annal. BÒI. T. V.