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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
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   ridotta a fino, che morte le tolse il munifico e potente benefattore, sicché Cristina si vide stretta novellamente in angustie, e di bel nuovo in necessità di affaticare doppiamente per sostener sè medesima e la sua vecchia genitrice. Ma non per questo si sgomentò, nè si diede vinta alla necessità prepotente. Conservava, lo dice ella nella Visionò', un avanzo dell' antica grandezza, che bastava a mantenerle fortezza nell'animo. La ricordanza della sua nascita le stava innanzi del continuo, i ricevuti onori 1' animavano, il suo nome, la sua gloria le davano impulso a mantenere la nobile alterezza sua. Per le quali cose tutte non cadde mai in avvilimento; chè negli animi grandi la dignità vince sempre la prostrazione. Occultò alle genti la sua sciagura miseranda. Non più protettori ; ella sarebbe a sè stessa protettrice e sostegno. Si allevii il peso che le reca la troppa famiglia: i Pizzani son possidenti nel Contado di Bologna: facciasi vendita di terreni o di case come torni meglio, e se ne converta il denaro in argomento d'industria. Paolo e Aghinol-fo, fratelli di Cristina, dissero addio alla sorella, e trassero a Bologna, dove fecer vendita d'una loro casa in cappella di san Mammolo, e quivi si vissero delle loro industrie e della loro abilità; chè Tommaso non fu mai uomo da curar tanto 1' educazione della femmina, e trascurare quella de' maschi figliuoli. L' unico frutto femminile che con lei rimase, vestì abito religioso in un monistero di Poisy, come narra la dotta genitrice nella prefata Visione. Cristina adunque visse con solo un figlio ( chè l'altro erale morto) e colla vecchia madre, nonché colla propria valentia e con pensione annuale di dugento lire, che nel 1411 Carlo VI. le aveva decretata, considerando la dottrina del morto padre astrologo e della figliuola poetessa distinta. — la questa guisa procedettero le cose per la Pizzani. Quando morisse non è detto dal suo biografo principale Bovin, nè da Dionisio Godefroy che fece le aggiunte all' istoria di Carlo VI. narrata da Cristina.
   Annal. Boi. T. V.
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