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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   385
   L* opere virtuose, ed ogn' uom tutto Si i dato a far tesor per avarìzia, Che madre è di vergogna e d'ogni lutto.
   Vendou la fama lor, vendon giustizia, Lieti sol d' abbondar cogli altrui danni , Rinchiudendo in lor mente ogni tristizia.
   Per le quai cose ei son detti tiranni
   Dal mondo, che ben spesso anche gli uccide, Mentre si fìdan de'suoi falsi inganni.
   Questo i reami e le città divide,
   Questo, per sue mal' opre , ciascun teme , Vive morendo, e l'empietà il deride.
   Ma il peso grave che il suo corpo preme Lo trova nel suo fin tutto fallace ; Però spesso dal ciel Giustizia freme. —
   Ma se vuoi aver dentro al tuo cor pace, Fa sol che le virtù mettan ritegno Ne' tuoi pensieri, e fa ciò che a lor piace.
   Voglio che queste sol ti taccian degno D'esser Signore , ed ogni dì inalzare Sol per amore, e crescere il tuo regno.
   Sicché tu possa a'tuoi perpetuare Quel che fu partorito per antico Dal sangue tuo per virtuoso oprare.
   Fatti ciascun con le virtudi amico, Pensa che sei mortai ; fa che soccorra Con questo scettro ancor chi t'è nemioo.
   Stima, che ognor felicitade abborra Di conservar ciò che fortuna dona, E oprerai sì che il mal non ti precorra. —
   Al mio lungo sermon , priego, perdona, Chi per grande affezion qui lusingando Tirato m*ave tua fama, ch'or suona.—
   Tua aon , ma l'onestà mia conservando, Come di vero Cavaliere e Duca Del popol tuo, il qual ti raccomando ;
   Armai, Boi. T. V. 49