BOLOGNESI 817
   bisogno d'altrui lodi per essere stimato. Ànsi noti era mestieri che tanto nemmeno dicessero, essendo cosa di fatto che il nome de' grandi uomini pronunziato solo, senza verun aggiunto encomiastico , vale a risvegliar tosto nel leggitore tutti i pensieri di grandezza, di sapienza, di virtù che con essi nomi si associano. Ma senza più distemperarci in parole , ecco le epigrafi accennate :
   ANDREAE BARBATIAE SICULO MAXIMO JURIS UTRIUSQUE MONARCHI AB EQUITI AURATO HJQ MOLLITER AGENTI SUA CONJUX O. MARGARITA DE PEPULIS ET PIA IN PARENTE!» PROLES HOC S. OPUS B. M. F.
   MEMORIAE ANDREA E BARBATIAE EQU1TIS ET REGIS ARRAGONUM CONSILIARII AG JURIS CIVILI» ET PONTIFICII INTERPRETIS AETATE SUA GLARISSIMI PBONEPOTES PROAVO B. M. ANNO DOM. MDLXXXII.
   OBI IT AN. MCCCCLXXIX*
   Al Barbazzi fu battuta una medaglia in bronzo, opera del mantovano Sperandio, che lo chiamò ca-valier messinese, del Re d'Aragona consigliere, e del gemino diritto sostegno e campione. E il fu difatto con quattro volumi di consigli, con molti Commentari alle tre prime parti del Decreto, col libro dei Testlmonii, collo scritto sui Cardinali Legati a Lettere, colle molte Ripetizioni, e coi moltissimi Trattati di argomenti politico-morali, od ecclesiastici importantissimi. Opere tutte che gli hanno meritata giustamente una fama europea, e che lo terranno vivo nella memoria dei posteri, finché la legislazione della civiltà durerà stimata ed osservata fra le mortali generazioni.
   Anche parecchi della famiglia Saverio o Bonetti a chiudere le notizie de'bolognesi scienziati. Baverio Annoi. Boi. T.V. 47
   IjOOQle