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Annali della cittą di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 37i
   Se I' Ącc&riai fa d' origine felsinea e per nascita tossignanese, Giovanni di Leonardo Anania, onde brevemente diremo ora, fu di nascita e di origine forestiere, nato essendo ed educato fanciullo in Ana-gni od Anania, terra feconda di begl* ingegni, molti de' quali vennero a studio nell' insigne nostra Sapienza. Ed era tra essi il detto Giovanni, che volle essere concittadino nostro per affezione e per dimora; tanto fu egli innamorato della dottrina de'bolognesi e della grandezza dell' Archiginnasio loro. Dalla patria trasse il cognome Giovanni, il quale venuto fra noi, ottenne per beneficenza del Pontefice di poter entrare nel famoso Collegio Gregoriano , dove stette a studio. Applicņ alla legge civile nella scuola di Floriano Sampieri ; e alla canonica parimenti con grande profitto : il perchč, giovine ancora, fn licenziato in entrambe le facoltą 1' anno 14*2, indi laureato con sommo applauso e di* stinzione nell' anno venturo. Asceso alla cattedra nel pubblico Studio, ebbe fra'suoi scolari persone che furon poscia luminosissime ; fra le quali bastano ad onor suo, quel Pietro Barbo, che poi divenne Pontefice col nome di Paolo II., Andrea Bar-bazza o Barbazzi, ed Alessandro Tartagni, cui diede in moglie una sua propria figliuola.—Oltre l'amore per l'Archiginnasio, ebbe molta affezione per la cittą, cbe riguardava come sua patria. 11 perchč quando nel 1443, liberato Annibale Bentivoglio dalla prigionia nel castello di Varano , cacciati di Bologna i Visconti, distenuto il Piccinino che ne stava per loro a Governatore, fu la cittą ristabilita in governo del popolo ; volendosi espugnar la fortezza alla porta di Galliera (unico luogo che guaidava pe' Visconti Giovanni Tartaro perugino), tutti, e nobili e plebei, e secolari ed ecclesiastici, e militari e del popolo, e lettori dello Studio e scolari, tutti concorsero alla grand' opera di cacciar dal nido il biscione che stava a covacoio in quella rócca. Annibale Bentivoglio ne porgeva a tutti l'esempio ; e l'Anania (come assicurano il Borselli ed il Muratori)