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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   35»
   ANNALI ?
   sotto l'anno 1498, Fra Tommaso n,otì in Roma nel-l'anno i444» ® fa sepolto in sahtà Biada sopra Minerva. *
   Ora parleremo d'nn altro monàco lrtlognese, cbe seguì la scnola degli Arabi, e cbe fu detto {ter soprannome YAverroista. Era questi Frate Urbano da Bologna dell'Ordine de* Servi <Ìi Maria, che visse nel secolo XIV. e che moltissimi hanno detto Professore in Bologna, in Padova ed in Parigi, ma di ciò non si trova alcun documento, ed esso pure nella voluminosa sua opera del commento di Aver-roe non si dice mai lettore. Può per altro star benissimo , che Frate Urbano insegnasse teologia in Bologna nel suo convento de' Servi, come mólt' altri qui l'insegnarono antichissimamente, fra' quali Rolando Bandinelli, che poi fu Pontefice col nome di Alessandro III, l'anno 1159 e alcuni altri: e non sussiste ciò che dice il Conrigio che la nostra scuola non ebbe maestri in teologia fino all'anno i36a. Questa scienza, come si è dettò, ebbe maestri fino al tempo, che leggevano in Bologna Bulgaro, Ugo, Martino, e Giacomo il Gius civile; ma i lettori di tale facoltà non erano formalmente dichiarati maestri e dottori, e per ricevere tal grado conveniva portarsi a Parigi, ove erano insigniti a tenore della facoltà accordata a quella Università da Sommi Pontefici ; ma l'anno i363 il Satìtó Padre Innocenzo VI. concedette ànche alla scuola nostra * un eguale pri-vilegro, e veggasi circa ciò il secondo tomo dell' Opera del-Padre Abbate Sarti. Fino dal principio del secolo XIII. ( noi qui rapportiamo per esteso quanto dice il Tiraboschi ) eransi sparse per 1' Europa le opere dell'Arabo Averroe, morto circa l'agno iao6. Questo fanatico ammiratore di Aristotele aveane interpretati i libri con quella felicità cbe era ad attendersi da un uomo, che non sapeva sillaba di greco, ed era perciò Costretto a valersi delle infedeli versioni arabiche : le opere di lui tradotte in latino (da Armengando di Biagio francese cbe 110 fu il primo interprete) si divulgarono presto per