BOLOGNÉSI
347
pensò cbe questo fosse accaduto nel i45o; ma se del 14S1 era in Bologna, e se venne fatto in tale tempo cittadino bolognese insieme col fratel suo I^icoletto per decreto del Cardinal Bessarione allora Legato della città, e del Magistrato dei Sedici Ri*-ibrmatori, ed in.appresso lettore nel nostro Studio; ciò importerebbe che 1' anno i45o fosse 1' ultimo della lettura di Pavia : ma sembra contra consuei-tudine che si dia diploma di cittadinanza in -uh paese a chi non vi tenne stanza per una serie d'anni non interrotta. Piuttosto è da ritenere che nel i453 andasse colà nelle vacanze a trattar cause civili, e che ivi dettasse il Consiglio in data di Pavia, che è quello raccolto nel Libro primo, Capitolo quarto delle sue opere. Dal 1457 al 1460 il Tartagni fa lettore in Ferrara, e qui scrisse a testimonianza di Monsignor Mansi la prima delle sue lettere sopra il Codice. Da questa Università tornò nel nostro Studio ed ebbe a concorrente Andrea Barbazzi: e lo vediamo annoverato fra i nostri maestri fino al 1466; nel qual tempo Lodovico Foscarini lo condusse lettore a Padova , dov' egli stette sino al 1469. Compito il triennio della sua lettura in Padova, troviamo di nuovo il Tartagni frai professori della nostra Università, dove si rimase fino alla morte. — £ qui, prima di dare un cenno delle sue opere, non sarà fuor di proposito il conoscere a quale Scuola di giurisprudenza egli appartenesse, — Non è chi ignori che, rinvenute dai Pisani le Pandette di Giustiniano e nel tempo stesso trovatosi o riconosciutosi il Codice in Ravenna, fu in Italia ripigliato 1' antico studio della giurisprudenza. Per là qual cosa si tliede bando a tutta quella informe generazione di leggi barbare longobarde, chte vi regnavano fino dai tempi di Lotario; mentre dell'antica sapienza romana nulla'più rimaneva che quanto era delle consuetudini e de'Costumi degl* italiani ; di libri non altro che alcuni frammenti tratti dal Codice Teodosiano, dalle Istituzióni di Giustiniano e dalle Sentenze di Paolo. Fu pertanto nel duodecimo