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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   bolognesi 37i
   lina lettura onorària di civile diritto nelle pubbliche scuole, e solo del 1460 passò alla lettura stipendiarla , a lui assegnata per cinque anni consecutivi. Del 69 P°ì venne aumentato l'onorario dalle 700 alle 800 lire annuali. Però, malgrado di cosiffatte onorificenze, passò l'anno appresso a Ferrara quando il Duca Ercole stabilì di riordinare la sua Università. Ivi tuttavolta non istette che due anni, come apparisce dai rotoli dello Studio nostro, e come attesta anche il Borsetti nella storia del Ginnasio ferrarese. Dopo il qual tempo troviamo il Paleotti sempre nella cattedra fra di noi, sino al 1498, che fu l'estremo anno di sua vita, e nel quale ad un tempo era maestro nell' Archiginnasio e Giudice nel Foro de'Mercanti. La sua dottrina, le sue qualità personali, la sua eleganza e destrezza lo resero caro oltremodo a Giovanni Bentivoglio rettor principale di Bologna; e le stesse prerogative gli procacciaron la protezione d'Arrigo Re d'Inghilterra, che lo creò suo consigliere, e gli diede il proprio stemma, come narrò il celeberrimo Ughelli, che riferì nella sua opera dell' Italia sacra il Diploma d'Arrigo. Due mogli ebbe Vincenzo Paleotti, dalle quali trentasei figliuoli, tra cui una femmina di nome Cammilla, che fu donna del gran Filippo Beroaldo. Ebbe ancora molti scolari di alto merito , frai quali noteremo i due primi ; il Passarelli Vescovo d'Imola, ed Ippolito Marsili. Vissuta il Paleotti .una vita piena di meriti, per la luminosa sua scuola, per la stima che godeva di tutta la città, mancò di 73 anni nel 1498, e il suo cadavere fu portato al sepolcro in san Giacomo sopra le spalle di otto suoi figliuoli, com'ebbe ordinato nell'ultima sua volontà. Lo stipendio di mille lire, eh' erano state assegnate dal Bentivoglio e dal Senato al nostro insigne leggista per l'onorario, venne diviso tra' suoi figliuoli contra ogni consuetudine ; tant' era la , stima che nutrivano i Riformatori pel »avio e dotto Vincenzo. Il Casio ne' suoi rozzi ma veridici elogi, encomiò il Paleotti ; così il suo genero