Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Quinto', Salvatore Muzzi

   

Pagina (309/606)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (309/606)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   BOLOGNESI
   3i3
   torno. —Dieci anni dopo, cioè del 1466, perchè il Capponi ebbe vituperata una fanciulla, fu per comando del Duca pubblicamente frustato : ond' è falso ciò che narra il Giovio avere il Duca per tal gnisa capricciosa voluto rendere al maestro la pariglia delle sferzate che da lui toccò quando gli stette scolaro. Da ciò nacque l'odio acerbissimo di Cola contro del Duca ; per lo quale sovente esortava gli scolari suoi a tentar qualche impresa degna d'uomini lombardi amanti della patria ; e loro proponeva con grandi elogi l'esempio di Bruto e di Cassio liberatori di Roma. Così sedusse i troppo famosi giovani Girolamo Olgiati, Gian Andrea Lam-pugn'ani e Carlo Visconti, tutti nobili ; e li trasse fuor di Milano a studio delle armi sotto il valente capitano Bartolommeo Colleoni. La partenza de' tro giovani dalla patria, il consiglio insano del maestro, il mistero che regnava nella loro condotta, tutto cadeva a disonore del Montano, che vedendosi in male aspetto de' buoni ; se ne rose di rabbia : tanto più che vide in breve tutti gli alunni suoi disertare la scuola. Il perchè si partì nascostamente da Milano, e viaggiò a Roma; poscia tornossi alla sua scuola ; e in seguito a Bologna ; e poi di nuovo a Milano , dove potè riaprire scuola, mercè di molti che supplicò a proteggerlo, e che lo tennero in custodia come pupillo sotto lo scudo del tutore. Ma purtroppo dalla mala via rado si toglie 1* uomo pienamente: ed il Montano, vinto dal ticchio del pungere, sparse alcuni epigrammi satirici contro il cas« siere della società tipografica, ch'era un tal Gabriello Paveri Fontana : di che lagnossi il ferito ; onde lo Sforza distenne in carcere Nicola, della quale uscì per andar esule dallo Stato milanese. Intanto i semi di congiura gittati da Cola in terreno caldo ed effervescente diedero frutto pestifero, e furon morte al Dùca Galeazzo Maria (26 Dicembre 1476) e rovina e'strage ai congiurati nonché ai loro aderenti. E Cola Sfontano? Era frattanto rifuggito a Napoli presso del He Ferdinando ; il quale volendo guerra co' fiorentini