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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3i4 annali
   trattato ed appuntamento abbiam veduto, confermato, ratificato, omologato ed approvate, e lo confermiamo, ratifichiamo, omologhiamo ed approviamo di nostra piena potenza ed autorità reale e ducale, volendo che sortisca il suo pieno ed intero effetto; ciò che promettiamo di mantenere col poter nostro, secondo sua forma e suo tenore, senza fare ò dire nè sostenere che avvenga al contrario di ciò in veruna maniera. Ma se vi fosse posto impedimento, vi ha obbligo di farlo riparare, rimettendo tosto in atto ogni cosa. In testimonianza di ciò noi abbiam segnate queste presenti di nostra mano, e fattovi mettere il nostro suggello.—Dato a Lione il XXII. di Luglio, Tanno di grazia mille e cinquecento,e del nostro regno il terzo.
   Luigi.
   Pel Re e Duca di Milano, e per Monsignore il Cardinal d'Amboise ed altri presenti
   Robertet. „
   Ma le guerre di che abbiamo tocco non furon le sole che funestassero l'Italia nel presente anno.— Mentre Luigi duodecimo, avuti in sua balia gli Sforza, costringeva Francesco, erede della corona ducale di suo padre Lodovico a giurare i monastici voti ; e mentre in duro carcere disteneva i tre figli di Giangaleazzo e il Cardinale Asoanio, altre guerre si agitavano tra noi, vituperate da crudeltà e da tradimenti, le quali ne daranno triste materia di discorso. Un uom valoroso, d' aouto ingegno, ma ambiziosissimo, frodolente, snaturato; un uomo che di sue gesta bruttò l'Italia e ne contaminò del suo nome la storia ; un uom siffatto le suscitava : era Cesare Borgia. Così stendeva il cupido griffagno sguardo sopra la fertile Emilia e sopra la Marca, bellissime regioni che avrebbe voluto assoggettarsi e dominare, e che unite in un sol corpo, avreb-ber forse temperata, se non ispenta sua sete ardente