BOLOGNESI 3i3
£ se iti Milano e ne' dintorni i francesi * qui principiavano a dilatarsi i Borgia con armi e pretensioni. IlDoca di Valentino, il troppo famoso Cesare, fatto baldanzoso per la suprema potenza del padre, giunse al nostro Reno (22 Novembre) alla testa di molti drappelli di francesi : il che saputo da Giovanni, mandò a visitarlo ( e chi sa con qnal animo e con quali presentimenti ! ) dai figliuoli Annibale e Gian Galeazzo in compagnia di molti cavalieri ; e li condussero a cena in Bologna nel palazzo di Giovanni: e cenato che ebbero, il Duca di Valentino donò al Bentivoglio un bellissimo cavallo ed una superba celata. Poi ritornò all' accampamento in Val di Reno; ed il Senato la mattina seguente mandò al Duca Borgia un bel regalo di vitelli, di capponi, di fagiani, di pernici, di cera, e d'altre oose in usanza a qne'dì, che il Duca graziosamente accettò. Poscia levò il campo; e passato coli'esercito in bell'ordinanza per Bologna, entrando per porta san Felice, uscì per porta Maggiore, e s'appressò ad Imola, possessione degli Sforza, e per sè la volle. Senza sguainare spada la conquistò, tranne la rócca, dove con buon presidio stavasi la valorosa Caterina Sforza co' figliuoli, tenendosi pronta a difesa ove travagliar la volessero.
£ ritornato a Bologna da Milano il Cardinal Borgia ( 28 Novembre ), entrando nel suo appartamento, trovò tutte le camere spogliate di addobbi e di tappezzerie, mentre le aveva prima vedute adorne di sontuosi drappi. Il perchè corrucciato chiamò a sè il Gonfaloniere di Giustizia Francesco Bianchetti, e dimandandogli ragione di tale spogliamento, rispose che quando Sua Riverenza venne oolà la prima volta, furono assegnate mille e cinquecento lire al mese acciò si provvedesse al necessario ; ciò che di presente non s'era fatto; onde le stanze trovavansi spoglie di arredi. Cui il Cardinale rispose: Ciò non cale; ma il palazzo è casa mia, nè io vi voglio tenere persone a dozzina. E disse questo in dispregio degli Anziani e del Gonfaloniere, che antivedevano