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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   i85
   Secchio. Tu, Sapienza, or che rispondi a questo?... Tu taci, e pel tacer dubbioso resto.
   Sapienza. Rispondo, o Veglio, a quel che m'addimandi Senza mostrare audacia né ardimento: Governo il mondo e fo gli uomini grandi.
   Vecchio. Del tuo parlar non prendo alcun contento, O Sapienza; e tu, Fortuna, spandi Dubbio maggior, di cui pieno mi sento.
   Sapienza. Ebbi per chiari fatti al ciel levalo
   Cesare invitto, Scipio, Fabio e Càto,
   Fortuna. Non mi toglie costei punto d'onore: Questi sarian rimasti al basso piano Se dato non avessi il mio valore. Ma guarda il buon Cammillo e Ottaviano, Metel felice, e gli altri a chi d'amore, Senza costei, io già porsi la roano.
   Sapienza. Ne potean già costoro al ciel salire
   Ov'io non dava lor forza ed ardire.
   Il Secchio. Tempo non è da far tra voi questione: Per me resto dubbioso come soglio; Qui veggo il Conte Nicolò Rangone. Che mostrerà per te, Sapienza, orgoglio, Send'egli capitan forte in arcione; Per te, Fortuna, veggo il Bentivoglio Annibal giovinetto, e tanti armati: Or qui si provin savi e fortunati.
   Sapienza, Mostra , prudente Capitano, or ora (al suo capitano) Se di Fortuna avesti mai paura :
   Ed io coi mio favor, cpl senno ancora A te m'accosterò come sicura .
   Che tuo l'opor di questa lite fora, Ch'esulterai di prospera, ventura, Che gloria a te di vincitor iia resa:,— Dov'è saper riesce ogn'ardua impresa. Annoi. Boi. T. V.