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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   dagli Anziani *, dai Magistrati principali, dalle Compagnie spirituali e temporali, dal Clero e della biltà- e venne condotto ad alloggiare nell'Epigeo-* pio, coperto sempre da ricchissimo baldacchino di broccato, che i dottori principali della Città, collo loro lauree in capo, gli tenevan sopra in segno di reverenza. Tutte le strade per dove passava il corteo, vedevansi adorne a festa e sparse di fieri ; » da tutte le finestre pendevano tappeti variopinti^ e le campane della Città sonavano a lieto scampanio l'intero giorno; e splendeva il cielo di notte per fuochi di gioia e per lumi posti ai balopni.
   Il dì seguente poi fu accompagnato l'Imperatore a san Petronio, dove con molta solennità si cantò Messa in musica, ed il Te Deum. E dopo il canto di quest'Inno Ambrosiano, esso Imperatore creò cavaliere aurato, e fregiò del cingolo militare. Astorre Manfredi Signore di Faenza e capitano di Bologna; non che i figliuoli di lui giovinetti Carlo e Galeet-. to : e Carlo Malvezzi, e Cristoforo Caccianemict ,• e Baldisserra Lupari. Cui debbesi aggiungere Giovanni II. di Annibale I. Bentivoglio, fanciulle di nove anni, ohe il Cardinal Bessarione presentò egli Stesso all'Imperatore, al cospetto di tanti Principi e Nobili, e gli raccomandò con benevoli parole; Al qual fanciullo fece carezze Federigo, perchè ve» deva in lui sì tenero d' anni compostezza e senno quasi d' uomo. Difatto (dice il Garzoni eontem* poraneo), virtù specchiata e integrità singolare lo faceano mirabile. E in lui splendevano fin d'allora fede, saggezza e religione, cui gli erano state ispi* rate dai migliori istitutori di quel tempo; e da Santi Bentivoglio e da Virgilio Malvezzi e da Galeazzo Marescotti, tutori ed amici incomparabili.
   Due soli giorni si trattenne l'Imperatore in Bo« logna, ed uscì per Porta santo Stefano (27 Gennaio) accompagnato da gran corteo fino alla Chiesa di san Ruffillo, dove ringraziò il Senato che sì gen* tilmente e sontuosamente trattato l'avesse; e congedatosi, passò dapprima a Firenze, poi pel Trasimeno