BOLOGNESI
•cittadini-di Ini, e buoni come qual altro si voglia; o sappiamo di potere stare-in questo Castello così bene come ogn' altro cittadino bolognese; onde siamo risoluti di non volercene partire finché non ne Saremo levati per forza*
Con tali risposte ritornò Carlo a Bologna : e perciò' sdegnato Santi ed il Senato, fecero bandire tutti i congiurati; i quali dal canto loro ciò inteso , gridando : Vita la Chiesa> tolsero solenne-' mente possessione di quel Castello, e lo fortificarono con diligenza , avendovi fatti venire assai amici loro. Ed avendo- anche invitati i Canetoli ed altri fuortisciti di Bologna a volersi collegar con essi contro la fazione de'Bentivoglio: diedero poscia per lettere conto al Pontefice di quanto era accaduto, scrivendogli che tutto avevano fatto per liberar la patria dalle mani di Santi e degli altri j che la tiranneggiavano, e con animo di ridurre la Città di Bologna all'ubbidienza di esso Pontefice , come si offerivano di fare, quando loro se ne presentasse occasione.
E in questo tèmpo il Senato mandò Nestore Man* fredi co' suoi cavalli armati, ed Achille Malvezzi con molti fanti a Castel san Pietro, dove avendo per molti giorni fatte assai prove indarno per aver quel Castello, finalmente si risolvettero di darvi l'assalto: e di già avevano atterrato gran pezzo di muro, quando Romeo Pepoti, e gli altri, eh' erafi dentro, mandaron fuori di notte alouni uomini dal Castello, con ordiné che andassero ad. Achille Malvezzi, e gli facessero credere d'esser fuggiti di nascosto con volontà di trattare accordo 'co'Bolognesi ; e perciò Itti pregassero, che facesse loto salvocondotto v acciocché potessero trattare àooor-do. Ed ottenuto eh'ebbero il salvooondotto, recar ronsi a Bologna, e molte cose intavolarono, aenza eonchiuderne alcuna ; ohè tale era l'ordine dei fuorusciti, i quali avevano concertata la oosa in tal modo , perchè guerreggiando allora Alfonso Re di Napoli contro i Fiorentini, era egli in -Toscana