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benché conceduta alla persona del capo, diflbn-desi pure, o carissimi, a tutte membra del corpo* E Dio vi tenga in sua custodia. »
E chiuderemo le notizie spettanti a quest'anno, con quella del passaggio pel territorio nostro del Viceré d'Aragona con cinquemila soldati, che seco ebbe guerreggianti contro Francesco Sforza, e coi quali passava in aiuto del Duca di Milano, Per questo avvenimento tutta la Città si pose in armi, perchè la memoria della Viscontea domina» zione tornava dolorosa a Bologna, la quale, riposando ora, dopo lunghi e gravi. disastri., abbor-riva da novella schiavitù di forestieri, ed amava invece il governo de'cittadini proprii.come coloro che studiavano il migliore stato di sé, della patria , e della moltitudine stracca di guerre e di sangue, ed anelante a civiltà prosperosa, la quale pon può sorgere appieno dove pace non sia: pace, fautrice delle ottime discipline, nutrice de'buoni ingegni, tutrice benigna della fortuna dèlie nazioni,
ANNO DI CRISTO 1447*
Era passato, senza far danno, per la Provincia nostra il Viceré di Napoli co' suoi cinquemila soldati; Achille Malvezzi colla cavalleria della patria aveva costruito un Bastione per tenere in freno i presidi del Duca Visconti, che possedeva sul nostro i Castelli di Serravalle e di Monte Budello; gli Anziani ed i nuovi Maestrati pel primo bimestre dell' anno eran già creati e posti in ufficio, quando pervenne a Bologna la notizia della morto d'Eugenio Pontefice. Questo Gerarca supremo, dopo aver trasferito il Concilio da Firenze a Roma, dove ricevette gli ambasciatori del He d' Etiopia e dei Maroniti, si trovò afflitto nell'animo dai progressi inevitabili delle orde turche in Oriente. Essi infedeli aveano stretta pace, e poco meno che alleanza