BOLOGNESI ,§95
appese per un piede alle forche, come ti appiccavano i traditori; e sotto al capo di ciascheduno ne fu scritto il nome, e forse alcune leggende, che ne dicevano infamia.
In questo tempo voleva il Duca Visconti atten-r dere a due guerre; l'una contro de'Veneti, l^iltra de'Felsinei. Per la prima disegnò a capitano Luigi Sanseverino , che chiamò a sè ; per la .seconda Astorre Manfredi di Faenza, cui mpndò fanti e cavalli, che.intanto terrebbe fermi in Forlì, e che rafforzati con altri, moverebbe poi per l'impresa di Bologna.— Di tale spedizione d'u,omini fatano presto avvertiti i nostri, che mandarono per aiuto» due ambasciatori ai Fiorentini, e n' ebbero promesse d'assistenza e di soccorso, , ( E intanto, passando per Bologna ambasciati del Papa, che andavano al Duca di Milano, giù,?*! fra noi, furono sì bene accolti, che presero coraggio d'insinuare al Senato , ohe mettesse la Città sotto la protezione della Òbiesa e del Pontefice, per preservarla dalle insidie del Milanese Signore, Alla quale insinuazione piegò il Senato, che mand^ ambasciatori à Papa Eugenio, per farselo propizio; ma il Papa, che voleva il dominio assoluto, anziché la protezione di Bologna, sdegnò ascoltare le parole dei messaggieri, e rimandolli inesauditi. Onde i Bolognesi, che si vedevano aver contrari e il Duca e il Pontefice, cercarono aiuto dai Veneti come 1' ebbero già cercato dai Fiorentini. E mandarono ambasciatore a quella repubblica Giacomo ingrati, disceso da pellicciai, il quale si diportò con tanto senno e tanta ornatezza nell'ufficio suo, che ognun ne fu meravigliato: e ben si vide fin d'allora ch'egli era fior di cittadino, degno di titoli e di nobiltà, meritevole di stare a progenitore d'illustre prosapia, Frattanto la Città ed il territorio stavano in an* gustia ed in fermento, per le scorrerie de' nemici, e per gravezze imposte alle povere classi : onde il Senato per provvedersi, e liberarsi dagli avversari minaccianti, tentò condurre al proprio soldo il