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Annali della cittā di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   3a3
   Canetoli prima, poi tutti gli altri congiurati, a replicati colpi di pugnale quivi lo trucidarono. Nel medesimo tempo i due suoi famigli furono messi a pezzi dai sicari dei Canetoli.
   Allora dalla casa di Francesco Ghisilieri fu tratto un colpo di spingarda per segno, e subito tutta quella turba di villani, che non erano rltro che uomini dei poderi dei Canetoli, Ghisilieri, e consorti, trassero di sotto 1 loro gabbani le armi, che vi tenevano ascose, e seguirono schiamazzando Battista e Baldassarre Canetoli , che colle daghe insanguinate , brandendole iti aria, gridavano : Viva il popolo e la lega, e s'avviavano con quella turba di rivoltosi verso la Piazza del Comune per assaltarne il palazzo.
   Intanto i curiosi ed ignari cittadini , che avevano tenuto dietro al corteo di Annibale, Viste le Spade ed i ferri in aiėa si misero prftcipitevolmente a fuggire , mentre i rUolti amici dei Canetoli che conoscevano come dovesse procedere il broglio s a quel segno di schioppetto uscirono armati dalle loro case col maggior seguito d' uomini che poterono , tutti gridando : Viva il popolo e la lega. Cosi in un istante le Vie di Bologna furono corse da riottosi cittadini armati, che prima alla spicciolata, poi incontrandosi vicendevolmente, s' univano e facevano drappello: poi torme, che da ogni lato 8* avviavano verso la Piazza del Comune; e a quel repentino ed improvviso rivolgimento maravigliavano i pacifici cittadini : poi alle grida di Viva il popolo e la lega, domandavano che fosse; e cosi era tutta in tumulto Bologna, ed ogni via ed ogni luogo pieno di confusione e rumore.
   Ma a quel segno di spingarda tratto al punto che caduto era Annibale sotto i colpi dei congiurati , una torma d' uomini armati, che sin dalla mattina s'erano nascosti nella Chiesa di sant'Isaia,' usciva di soppiatto dalla Chičsa, e subito s'incontrava nei cinque figliuoli di Lodovico Marescotti , i quali tornavano allora dalla festa di san Giovanni
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