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Signore di Carpi lo respinsero e sconfissero; ond'egli per un* istante s'allontanò. Ritornato poscia alle prove, fece intendere ai Centesi voler egli nelle mani il Bentivoglio; glie lo dessero, o di lor tutti farebbe eccidio ben tosto. Coloro del castello, avendo troppo cara la vita, fanno aperta al Cavaliere la dimanda del Conte Lodovico: egli in letto, perchè ferito in una gamba nell' ultima battaglia, promette oro se lo salvano : essi non hanno sentimento che di paura per sè: il ferito adunque, non Vedendo aiuto da altrui, l'impetra dal proprio coraggio: s'alza, di notte, zoppiccante viene ai limiti del Castello, ne valica a nuoto la doppia fòssa , cammina come può più sollecito, giunge a Carpi senz'essere stato scoperto, trova ospitalità, si pone in letto stanco e mal ridotto di salute. Così quei di Cento, così il Dal Verme son delusi. Ma costui non si sta qneto ; taccia i Centesi di mala fede o di mala custodia; essi ne fanno scuse; e per evirare nuovi mali, donano al Conte, pane , vino e danaro assai : ond' egli alla fine si parte e si tace.
Ma il Piccinino , che per avanzare ognor più nella grazia del Duca, voleva pur nelle mani Lodovico , tenta il Signore di Carpi e Gaspero Malvezzi suocero di esso Lodovico, con larghe promesse; ma indarno: l'uno e l'altro se ne sdegna altamente, e fa avvisato Lodovico di tenersi sulle vedette. Il perchè il Piccinino pensa giovarsi, a -tale opera d'insidia, di Battista Canetoli, che sta-vasi da qualche tempo nelle mani del Visconti, e che verrebbe a ricuperare suo libero stato ove desse •vivo o morto Lodovico Bentivoglio (gran sostegno drAnnibale e della fazione ) al Duca Filippo Maria. Battista, cui pareva un giorno mill' anni d' uscir di carcere, accetta la proposta; è levato della torre, trovasi mésso in custodia del Signore d'Imola e de'suoi armigeri, e viene scortato a Reggio, di dove avvisa Lodovico d'avere alfine ottenuta la libertà^ e d'aspettar lui in Reggio, ohe a consolar lo venisse. Trovarsi egli in gran desiderio di rivedere