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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   »5i-
   con cui lo riguardava, e pubblicò Vamore e Tini' teresse che gliel rendeva carissimo. Il perchè gli' diede le due cariche principali di sommo Penitenziere e di Camerlengo di Santa Chiesa , cui aggiunse quella d'Arciprete della Basilica di santa Maria Maggiore di Roma.
   Ma tempo è ornai che ritorniamo ai torbidi affari politici della misera Bologna. — L'odio frai Canetoli e i Bentivoglio ad ogni giorno cresceva. Un Tommaso Canetoli, che abitava nelle Lamme, si mostrava irrequieto : un uffiziale del Podestà andò con pochi famigli per arrestarlo ; Tommaso fuggi a casa di Galeotto suo congiunto, e con lui si armò e con dodici amici : poi si misero in cerca delle guardie , e dalle case dei Ghisilieri trovandolo (dove oggi è la Chiesa di san Gregorio) ferirono ì' uffiziale con alcuni altri , e cantaron vittoria ( 24 Settembre ). Lo seppe Annibale Bentivoglio , fece dare un segno colla campana di san Giacomo, e radunati ottocento seguaci , fu alla PiaZza maggiore , prese il Palazzo, e si fortificò. — Battista Canetoli, dal canto suo, esce di easa (e stava idi faccia alla Chiesa di san Gervasio) avvisa i suoi aderenti, ne raccozza cinque centinaia , passa al Castello di Galliera, e si unisce al capitano Sagtb-moso. Allora Annibale non reputa prudenza l'avventurarsi ad un fatto d'armi con gran pericolo de'suoi amici; e depone le armi. Battista ne è fatto consapevole, e si ritira pur esso. Così per questa volta ancora ogni tumulto fu quieto. Ma non fu tranquilla nè sicura la Città, che di giorno in giorno temeva grande e irreparabile sconvolgimento, perchè troppo accaniti erano i due capo-parte, e troppo ardenti le inimicizie, e troppo rugginosi ed infermi gli animi delle fazioni Bolognesi.
   Il Piccinino intanto (19 Ottobre) levò Sagramoso dalla custodia del Castello di Galliera, tenendo colui in conto d' uom troppo facile e troppo prudente e mite, e gli sostituì nell' ufficio un Cer» votto da Caravaggio, uomo aspro e crudele , che Annal. tìol.T.IV. H
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