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ANNALI
che sarebbe venuta alla Città di essersi quivi con-chiuso un negozio unico, e della più grande im-
fportanza, sì perchè l'arrivo dell'Imperator Paleo-ogo coli' intera sua corte, avrebbe condotto a Bologna tanti Principi e tante genti di fuori, onde l'intera Città nostra avrebbe trovato alcun rimedio al grave danno delle straordinarie imposizioni.
lntauto l'Imperatore movea per l'Italia, e saliva l'Adriatico col suo gran seguito sulle navi de' Veneti. Si fermò alquanti giorni nella Città Regina della Laguna ; indi passò a Ferrara, dove dal Pontefice e da tutti i Cardinali e Prelati fu introdotto con solenne pompa. Era il Paleologo accompagnato da Gian Demetrio suo fratello , e Patriarca della Morea, da Giuseppe Patriaroa di Costantinopoli, da gran numero di Prelati di varie nazioni dell' Oriente ; dai Legati de' Patriarchi di Gerusalemme, d'Antiochia e d'Alessandria; dagli Oratori dell' Imperator di Trabisonda , de' popoli Ebrei, di quelli di Valacchia. E per terra, giunse con cento cavalli, Isidoro Arcivescovo e gran Prelato della Russia con molti altri ecclesiastici di molta dignità, i quali tutti formarono l'ammirazione e la pompa della bella Città degli Estensi.
E mentre in Ferrara si radunava tanta parte di Clero per la celebrazione del Concilio, il capitano Piccinino dimandò al Pontefice un prestito di cinquemila ducati ; e gli ottenue. Nella qual circostanza Papa Eugenio venne in pensiero di avere quest' abile capitano a direttore delle proprie milizie : e.glie ne fece proposta, e lo sollecitò a lasciare il Duca di Milano e porsi agli stipendi suoi. Ma il Piccinino, ohe fra i soldati di ventura non era il più ingordo di ricchezze e d' onorificenze , prese lungo tempo a rispondere alle proposizioni d'Eugenio. E intanto ne nacquero questi quattro effetti, poco propizi al Pontefice : che il Duca ed i Veneti si assicurarono bene di avere in seguito ancora il Piccinino per capo milite; che il Papa, sperando anch' esso in lui, non fortificò i paesi