ANNALI
della Città: dopo di che passò alla Basilica di, san Petronio , dove diede la benedizione al popolo ; a quel popolo che ayea lasciato quando fu Preside , e ne temè ; e che di presente veniva a dominare, non più Legato ma Sovrano. Poscia, per un ponte df legnò tutto addobbato di finissimi veli q di vaghi arazzi passò dal gran Tempio al Palagio pubblico , njel quale entrò pel poggiuolo d' un' ampia finestra ; mentre il popolo plaudiva d' aver fra sè il Gran-Gerarca, e mentre il suono delle trombe faceva 1' aria eccheggiare.
Il Papa riceveva in Bologna molti Principi, che furono a baciargli il piede ; intantochè le milizie sue prendevano possessione di quei Castelli del Contado che conquistati per anche non erano. E ricevuto Lugo, nel basso dell'Emilia, ne fece dono a Lionello, figliuolo del Marchese da Este, Signor di Modena e di Ferrara.
In questo tempo Francesco Sforza, Marchese della Marca Anconitana, avendo finito l'ufficio suo di capitano della Chiesa, stavasi colla sua Compagnia di ventura a Ponte Poledrano, presso il Canal Nayile, a dieci miglia da Bologna. L'Offidano pigliò sospetto di lui, e deliberò di farlo prigione ; e perciò passato a Budrio, allestì alquanti soldati, per assalirlo alla sprovveduta: ma lo Sforza ne fu avvertito , e ritirossi verso 1' Imolese. L' altro tenne che una tal mossa del Marchese fosse una fuga : e si diede bel tempo ; e con Paolo Orsini , capitano del Papa passò alla Riccardina, senza il minimo sospetto. Ma lo Sforza il dì appresso rivolse la marcia verso la Riccardina, ed assalì gli avversari all' impensata di essi ; e ne fece strage , con morti e prigioni in buon numero. Frai quali prigioni era lo stesso Orsini capitano. L'Offidano intanto fugge a Budrio e si fortifica : lo Sforza corre ad assediarlo, stringe il Castello d'ogn' intorno ; minaccia , spaventa quelli del luogo, promettendo assalto, saccheggiamento , incendio , torture e carneficine. — Il Massaio del luogo chiama