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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   il Zambeccari stava iti potere dell' Offidano, accompagnò con simulate parole d' amicizia Anton Galeazzo fino al soale del Palagio pubblico ( le
   Suaìi allora eran di legno ) : e non fu appena il entivoglio per entrar nel cortile, che venticinque scherani armati lo assalirono, e non gli dando tempo di gridar per aiuto, gli posero una fascia alla bocca, e gli mozzarono il capo con inaudita nequizia. Nel tempo stesso l'Offidano faceva appendere per la gola ad una scala, nel Palazzo detto del Re Enzio, il malcapitato Zambeccari. — E ad un tempo fu dato nelle trombe , perchè lo squillo di queste, e l'attenzione che ponevasi alle schierate milizie t impedissero al popolo di accorgersi quai cittadini morissero.—E tosto, per volere del Podestà , furono gittati i cadaveri in due mastelli («che così a que'giorni le barelle si nomavano), e vennero portati alla piccola Chiesuola di san Cristoforo del Ballatoio, presso lo Spedai della Morte ; e postili in due casse di legno, ivi in un' arca disadorna li seppellirono.
   ¦ Stettero i due cadaveri per otto anni in quella
   Jovera cappella ; dopo de' quali, Annibale, figliuolo i Anton òaleazzo, acquistò un bellissimo monumento marmoreo, che Jacopo dalla Fonte avea scolpito per la famiglia ferrarese de' Varj, e vi fece chiudere le ossa del padre suo; e murar fece quel Deposito a ridosso del Coro in san Giacomo, dove pur anche si ammira.
   ~ L' Alidosi riporta la seguente epigrafe scolpita al morto Anton Galeazzo:
   ANTONIUS BENTIVOLUS BON. COMES
   AC UBBSTAT1S PATRIA SPLENDOR
   sotto la quale ( e questi esistono ancora ) leggonsi i distici latini che qui riferiamo: