ANNALI
molte calamità afflitti ; e sapendo la venuta del famoso capitano Nicolò Piccinino in Toscana , e come il Papa avesse a recarsi in Bologna per un Concilio, si sollevarono , preser 1* atmi , gridaronsi liberi, pigliarono il Campidoglio, le porte della Città ed ogni Rione : poi din1 andarono al Papa Castel sant'Angelo e la rócca d'Ostia. Alle quali dimande non ricevendo favorevole risposta, fecer prigione un Cardinale, nipote del Pontefice, custodendolo sotto buona guardia : e preser pure a vegliare il palazzo d*Eugenio, affinchè non potesse fuggire. Quindi crearono a lor talento de'novelli magistrati. — Ma potè, quantunque a grave fatica, fuggire il Pontefice non pur dal Palazzo suo, ma da Roma: e riparò da prima a Cività Vecchia, di dove scrisse ai Fiorentini, i quali imbarcarono ili un legnetto lui e molti Prelati, che per diverse vie s'erano posti in salvo; e tutti furono con molta gioia alla Città del Battista la vigilia della festa di questo Santo , a farne più bella la pompa ( a3 Giugno ).
Essendosi Eugenio IV. alquanto riposato in Firenze, volendo provvedere che i Bolognesi più non commettessero indegne azioni , mandò loro Barto-lommeo Zabarelli Arcivescovo Padovano, insieme ad ambasciatori fiorentini; il quale Arcivescovo espose le doglianze del Pontefice, mostrando loro il grave torto d'aver fatto prigione il Governatore col nunzio dei Veneti contro ogni sano diritto. E promise che Gaspero Canetoli verrebbe posto in libertà e che il capitano Gattamelata uscirebbe del territorio felsineo, lasciando libero il traffico a tutti i negoziatori , purché dimettessero dalle carceri i due personaggi distenuti. Promise il Senato felsineo di fare ogni cosa: ed allora il Zabarelli si diede a conoscere per novello Governatore, e fu accettato di lieto animo, e da tutti festeggiato. Il perchè passò tostamente al Gattamelata in Persiceto, ed impedì che quest'armigero con altri comandanti non avanzassero a danneggiare Bologna. Ed acconciarono le
^aOQglC