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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Il quale, veddrtdctei scoperto, e caddto in sospetto del più potente partito; per- ischivare ogni travaglio si levò di Bologna spontaneamente il dì appresso , in compagnia d' un Gozzadini , lasciando in sua vece per Podestà o Governatore che dir si voglia, Stefano Procaro da Roma. Ed egli passò a Venezia sua patria. 1
Il Senato per siffatta partenza scrive tutto al Papa, pregandolo d' un nuovo Governatore, che fosse uomo di edificante vita, ed amante del pubblico e privato bene. Ed il Pontefice reputò migliore d'ogni altro reggente il proprio nipote Marco Gondulmiero Veneziano, Vescovo di Avignone, che istituì moderatore di tutta Romagna in ispirituale, e Legato in temporale. E questi entrò in Bologna solennemente (8 Febbraio) e prese le redini d'una reggenza non facile in tempi assolutamente diffìcili.
E giunto il mese d' Aprile ecco lunga serie di calamità, per naturali disgrazie. Il sole per lunghi giorni coperto di tenebre paurose, grave sulle campagne la notte, pesante 1'aria ed infetta, il caldo precoce e senza misura ; e terribili scoppiamenti di tuoni, e ondeggiare il suolo contiuuo, e romper di pioggie e piombar di gragnuole distruggitrici ; e straripar di fiumi , ed aprirsi di voragini e saettar di fulmini contra 1' altissima torre di Bologna; e genti annegate ne'bassi piani, o morte e peste sotto gli edilìzi caduti. Lo quali calamità spaventevoli si rinnovarono alternate nel Maggio e nel Giugno. Il perchè le genti del Contado erano molto afflitte e dolenti, tanto più che per le guerre passate, trovavansi d'ogni cosa sprovvedute. Dei quali lamenti mosso il Senato a compassione , e discorrendo di qualche provvidenza nel Consiglio , Grazioso Accarisi propose che prima d' ogni altra cosa si placasse l'ira divina, giustamente concitata, facendo processioni coli' immagine di Nostra Donna del Monte della Guardia, come usavano i Fiorentini rtìoando uu'effigie della Vergine dalia Città all'Im-pruneta , quando sentivano percossi da pubbliche
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