a68
ANNALI
Navile; ma quei di dentro suonano campana a stormo, si radunano, li respingono, ne uccidon, ne fe-riscon, ne piglian vivi, ne appendono per la strozza in sol Mercato de' buoi ; e a questa volta ancora Bologna è vuota di Bentivoleschi, senza morti , senza danni, fuorché uno sfregio di saetta in sulla faccia di Gasparo de' Canetoli.
Pure gli Anziani ed i più saggi della Città, vedendo chb a lungo non si poteva durare, perchè si difettava del bisognevole, mandarono ambasciatori al Vescovo di Tropeia, per trattare un accordo : ed egli concedette loro per alcuni giorni, non pace ma tregua, a queste condizioni : che i Bolognesi dovessero trattar di pace col Pontefice ; che in questo tempo non si recasse vittovaglia alcuna alla Città, se non da un miglio di distanza ; che scriver non si potessero soldati nè da piedi nè da cavallo; cbe sei ostaggi frattanto si consegnassero: un Canetoli, un Zambeccari, un Griffoni, un Ghisilieri, un Canonici , un dalle Corregge ; quattro de' quali furono a Parma mandati, e due rimasero presso del Legato , a servirlo come militi. Stabiliron pure che il Legato fosse arbitro di fare qualunque cosa più gli piacesse; e che ritornati da Roma gli oratori Bolognesi (qualunque fosse il risultamentò di loro missione) dovesse il Legato restituire gli ostaggi.
E nello stesso tempo (18 Luglio) tre nunzi dei Bolognesi recaronsi a Roma; mentre il luogotenente del Legato ed il Podestà andarono al campo del Caldora , lasciando vuoto pienamente il Palazzo pubblico : ciò che mai più non avvenne. — Poi il Senato , per facilitare 1' aggiustamento , manda al Vescovo Legato, Romeo Foscherari e Stefano Ghi-silardi, i quali formarono molti Capitoli : ed essendosi in punto di licenziare gli ostaggi , il Vescovo trovò quistione col Foscherari e lacerò quei Capitoli, lasciando appena in libertà gli oratori. I quali, ritornati alla patria, e narrato l'accaduto, muovono siffattamente a disdegno l'intero Senato, che questo manda subito a guastare ed incendiare