BOLOGNESI
si fortificasse a san Michele in Bosco, convertì in Bastia quel Monastero , e vi pose forte presidio. J*Ia l'inimico salì al còlle del Monte sopra Messa Ratta, e da quell'altura bombardò la Città, e ne fece aspra rovina. — Però gli assediati non apro** m lui le porte: ond'ecco nuovo trattato fra il Caldera ed un Alberto dal Ferro : ecco scoperto attiche questo ; ecco Alberto preso , attanagliato , 'soppeso per la strozza e fatto a squarci ( a Aprile ) ; « con lui Guido Paganelli, ed Antonio da santo Spiro suoi compagni, i quali tutti furono attana^ gliati ed appesi.
In tale stato di cose trovandosi Bologna, gli amatori della pace presero a far processioni di compagnie di vote, alle principali Chiese della Città. E passando un giorno una di tali processioni per la seliciata di san Francesco, gl'inimici che stavano alla Bastia del Monte, con bombarde la scompigliarono e posero in fuga; ma senza danno di chicchessia.
Or ecco alcuni fatti del Caldora e de'suoi. Assaltò la torre di Bonconvento, che apparteneva a Giambattista Canetoli, il quale per salvare quel-l'edifizio, lo donò piuttosto all' assediatore ; e cosi fu di Castel Poledrano (ora il Bentivoglio) dov'eran mille e cinquecento corbe di frumento, cbe il conquistatore trasportò al campo in Borgo Panigale. Ed un altro campo teneva a Savena vecchia fuor di Porta Maggiore, di dove moveva a danno delle terre circostanti, stendendo sue genti sino a Fossa Cavallina ed a san Ruffillo.—-E di notte, in fondo al Borgo di san Pietro diede la scalata alle mura ; ma con nullo vantaggio. — Pure si temeva troppo dai cittadini che non avesse finalmente il Caldora a pigliar Bologna, e farne guasto ; tanto più. che la Città cominciava a difettar di grano , di legna e di carbone. Ed ecco lamenti con tra gli ambiziosi che la recavano a rovina; ecco malcontento e mormorazione quasi generale. Di che avvisati i Reggenti , per evitare maggior danno, radunarono il