Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Quarto', Salvatore Muzzi

   

Pagina (154/548)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (154/548)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   i86
   ANNALI
   dobbiamo esser soggetti ad alcuna innovazione. Non promise egli protezione alla nostra antioa libertà? Non promettemmo noi, a tal fine, ottomila fiorini d'oro, ed il servigio di cento lance per una sola volta? Non furon riconfermati questi patti in Ferrara per mezzo del Vescovo nostro Nicolò Albergati ? Or parmi cbe queste cose venissero da noi osservate incorrottamente,—Egli è vero che Anton Galeazzo Bentivoglio è stato cagione dell' esiglio dei Canetoli, e dell' elezione di nuovi Magistrati : ma essi lo vollero quell' esiglio colle proprie insolenze e colla propria temerità. Chè quanto poi al mutamento de' Magistrati, questo non merita riprensione, dovendo ogni buon cittadino di grado in grado goder gli uffizi e i benefìci della patria. Che quindi Anton Galeazzo abbia usurpato il primo posto nella Città, è opinione d'invidia, vivendo egli come privato cittadino. E se ottiene molte grazie nel Consiglio , ciò non consegue per , prepotenza , ma per quella persuasione che ispira sempre un ricco dabbene , che sappia essere benefico e munificente, E se i cqori e gli animi nostri sono a lui favorevoli, ciò avviene perchè non si parte mai da giustizia, e perchè da tutti è riputato buono e leale. In quanto poi a ciò che dice Papa Martino di levarci l'antico dominio e 1' antica libertà, reputiamo cbe sia per quietarsi, qualunque volta si degni vedere le nostre ragioni, e si contenti di osservar gli accordi fatti in Mantova, lasciandoci godere in pace la nostra libertà, e le immunità e grazie concedute alla Città nostra da tanti altri sommi Pontefici, Che se poi , a malgrado di tutto questo non volesse Martino V, ascoltar le nostre ragioni, e fosse pur d'animo di muover con un esercito a danneggiare Bologna , faccia egli; ma il farà con gravissimo torto: e noi, forzati a difenderci, risponderemo alle armi colle armi , benché con molto cordoglio. M
   Cos} un primo passo imprudente, un insulto frai partiti, metteva ora in discordia una Città con un Pontéfice, e preparava torbidi giorni ai più deboli,
   _HLgitized by-