BOLOGNESI
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potenze d'Italia accolsero Carlo con grandissimo onore, il quale in Milano ebbe la corona di Ferro. Passò a Pisa, e tutta Toscana il riconobbe per vero e legittimo Imperatore. Andò a Roma, dove da Pietro de' Coppi Cardinale Ostiense, e da Arnaldo Da-via del titolo di sant' Eustachio, fu coronato. Il che fatto, comandò a tutti i Vicari dello scismatico Lodovico il Bavaro, che dovesser tutti riconoscere a madre la santa Chiesa Apostolica.
In quest' anno fu istituita causa contro de' Bolognesi pei danni già recati tredici anni prima al Legato Bertrando ed a molti suoi famigliari quando il popolo guastò la fortezza dallo stesso Legato eretta alla porta di Galliera, ponendo a sacco, anzi portando seco cavalli ed altri animali domestici, libri , vasi metallici, gioie, anella , danari , paramenti ecclesiastici, vesti, arme, arnesi, biade, vini e drappi d' ogni sorta. Il perchè Papa Clemente, al quale erano essi danneggiati rioorsi, citò a render ragione del male operato dal popolo, ed al rifacimento de'danni il Pretore, il Capitano, gli Anziani , e in generale l'Università tutta della Città di Bologna e del Distretto, ai quali tutti si darebbe sentenza diffinitiva. Comparve perciò a nome de' Bolognesi il procuratore e sindaco loro , del quale non è manifesto il nome ; e la causa fu commessa al Cardinale di Salerno del titolo di san Marco e ad un maestro Michele da Bologna, per l'una parte , non che a Bartoluccio Pignatori di Nimes, per 1' altra. Ma le parti non si accordarono insieme ; laonde venne dal Pontefice nominato il Cardinale Adimaro di Roberto, del titolo di santa Anastasia ; poi il Vescovo di Vercelli Nicolò Capocci, Cardinale di santa Maria in Via Lata: ma l'uno e l'altro vennero dai Bolognesi tenuti in sospetto; onde il negòzio alla fine, consentendovi entrambe le parti, fu affidato a Guglielmo di Limoges, nipote del Papa, Diacono, Cardinale di santa Maria in Cosmedin, il quale stabilì, con Decreto, che i Bolognesi pagassero, a compenso de'danni, diciottomila
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