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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   aa6.
   ANNALI
   quasi fratello il tiranno loro; a lui si volgesse nel tempo del bisogno, da lui attendesse difesa : vedrebbe poi nel momento della calamità se 1' avaro e crudo francese rispondesse gratitudine ai benefizi, o non piuttosto inganni e male gesta degnissime di lui. —Come Taddeo ebbe per mezzo de'suoi Nunzi una tale ripulsa, vedendosi. ributtato dai Fiorentini, non cercò più sostegno cbe nella propria patria. £ ragionando al popolo con accorte parole , e mostrandogli come i forti debban soltanto in sè medesimi trovare il nerbo e la difesa, anzi pur la vittoria, stabilì una taglia alla massa de' cittadini, di quindicimila lire, colle quali assolderebbe tanta gente da rintuzzar la baldanza , ed impedire i progressi all' audace Filippino Gonzaga. Il qual Filippino, tentato invano di farsi padrone del territorio di Obizzo, lo pose a guasto qua e colà dove passava a scorreria, poi ritornos-sene indietro.
   In questo tempo medesimo, ritrovandosi il Conte £ttore da Panico a Campo Ronzano di Garfagna-na, fu da un certo Nicola di quel paese attaccato ed ucciso. Diversa è la fama del motivo d'una tal morte : alcuni tengono che per comodo dei nostro Pepoli, persecutore dei banditi , venisse purgata la terra da sì pernicioso individuo; altri sono di parere che Nicola lo spegnesse , perchè voleva togliere a lui certe sue terre e Castella , per consegnarle a Luchino Visconti, col quale tenevasi in relazione. Checché ne sia, in poco d'ora furono spenti due grandi nemici de'Bolognesi e del Pepoli : Ettore da Panico e Mazzarello da Cuzzano.
   Oltre la metà dell'anno (^Luglio) il Marchese Francesco da Este, Frignano figliuol naturale di Mastino della Scala, colle genti di Obizzo Estense, e del suddetto Mastino, e del Pepoli, è del Conte della Romagna, e di tutti i signori collegati del-V Emilia , con inoltre tutto 1' esercito Parmense , uscirono di Parma con molto ardire per battere l'esercito nemico, capitanato da Filippino Gonzaga.
   v^