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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   ao 5
   patria quell' aumento di gloria e di nominanza, che assai la distinse nel rimanente del secolo, e nei primordi di quello che gli venne poi succedendo.
   Borgo san Sepolcro e Venezia dieder quest' anno i Pretori a Bologna; e furon dessi Giovanni Mazzetti, e Giovanni Sanuto. Intanto Obizzo Marchese, disposto avendo ciò che in Parma, in Modena, e nelle Castella presidiate occorreva, venne a Ferrara , dove si trasferirono immantinente gli Ambasciatori di Pisa , i signori dell'Emilia, Mastino Scaligero ed il magnifico Taddeo, i quali fecero lega contra Luchino ed il Gonzaga ; mentre altrettanto facevano i Gonzaghi ed i Visconti per abbattere Obizzo. E però (a5 Gennaio) Filippino Gonzaga ed Ettore Conte da Panico, acerbo nemico del Pepoli e fuoruscito di Felsina, con molti cavalli e due mila pedoni, transitarono per vie obblique e poco frequentate fino alla riva destra del Po al passo di Lago Scuro , guastando i campi, ardendo le case *, depredando gli animali : poi a san Felice del Finale pervenuti, ivi 1 ato posarono. Di che
   nemico fosse Filippo Gonzaga, nè molto salda parendogli la fede del popolo di Bologna, cominciò ad assoldar genti, e mandò ambasciatori a Fiorenza, per soccorso d'uomini, il cavaliere Buonromeo Soresina,e Nicolao Gabrielli. Ma i Fiorentini, che avevan sentito con isdegno l'amichevole accoglienza fatta dal Pepoli a Gualtiero Duca di Atene, fuggiasco ed esigliato da loro, risposero bruscamente, essere pronti a sostenere la Città di Bologna come potessero il meglio, ma non intendere di prestar, soccorsi a quel Taddeo Pepoli che aveva trattato
   ANNO DI CRISTO 154».
   avvertito il nostro
   sapendo qual forte
   v^