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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   aa6.
   ANNALI
   Mantovano con molta barbarie ; nè di là si partirono senza aver prima ottenuto diecimila fiorini. Il che avuto si divisero in più di venti bande, otto delle quali si diffusero verso Toscana, otto verso Carpi ed altre di là dal Po verso i confini di Lamagna. £ così la Gran Compagnia disnodata e recisa, fu disciolta di novero e di nerbo , e riuscì un nonnulla di quella che era dapprima. — Intanto venne Legato in Lombardia un tal nipote del Pontefice , per nome Guglielmo, Cardinal Prete del titolo de' santi quattro Coronati ; ed Amerigo già Conte della Romagna passò a Firenze. Ed il suddetto Legato, per mezzo di due Abati fece stringere in pace, a nome,del Pontefice, i signori di Mantova e di Verona cogli Scaligeri, gli Estensi, ed i Bolognesi, per tre anni.
   Fu in quest'anno che un certo Fra Donato Commendatore dell'Ordine di santa Maria di Valle Ro* sci da, e Generale in Italia, fabbricò l'Ospizio sotto il titolo di sant'Onofrio Eremita, poi di santa Maria Maddalena nella strada Mascarella ; nel quale Ospizio si mantenevano, tanto a cibo corporeo che dell'anima e dell' intelletto diversi fanciulli bolognesi , dell' età fra i sette ed i sedici anni. — E mentre questo si disponeva in Bologna, ribellarono i Fiorentini a Gualtieri Duca di Atene, perciocché questo austero ed assoluto governatore Francese, in meno di un anno da che reggeva Fiorenza, aveva fatti perire ben più di venti cittadini ragguardevoli, spogliandone gli eredi di tutte le facoltà, con avarizia e con barbarie inaudita. Il popolo di Fiorenza però, in mezzo al bollore della rivolta, persuaso dalle ammonizioni del Vescovo Acciaiuoìi e di pochi vecchi prudentissimi, non uccise il Duca, ma fattogli rinunziare ogni dignità, fece salva la persona di lui, il quale fuggissi riparando prima in Romagna, poi in Bologna, dove Taddeo , grande e generoso con tutti, volle che il popolo rispettasse nel profugo la sciagura del potente, © lui trattò con quella affabilità onde si conversa con
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