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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI ao 5
   venne sgombra la strada per giungere a Rimini, dove i soldati nostri stettero un mese, a capo del quale, essendosi fatta pace tra i Forlivesi, i Ce-senati, e quelli di Rimini, non trovarono più Osti' lità nel ritorno.
   In questo tempo il Pontefice scrisse lettere ono-rificenti a Taddeo Pepoli, pregandolo che volesse favorire maestro Filippo di Anelila, Priore della Chiesa di san Pietro di Faenza, il quale era eletto Rettore della provincia di Romagna, perchè ivi raffrenasse la baldanza di certi superbi, i quali tentavano di perturbare colà le ragioni e 1' onore della Chiesa. — Vedevasi intanto la grandezza di Mastino della Scala e di sua famiglia volgere in basso ; ond' egli, di quattro Città che gli eran rimaste vendè poco dappoi Lucca ai Fiorentini per centocinquantamila fiorini d'oro, de'quali ne pagarono una parte, dandogli per lo resto sigurtà di ostaggi. Il perchè i Pisani, che agognavan pur essi al possedimento di Lucca, si sdegnarono altamente e con Mastino e co' Fiorentini ; e facendo ricorso agli amici di Toscana e di Lombardia, e radunato un grosso esercito, passarono sopra Lucca e vi mi* sero assedio. I Fiorentini, posti in timore, mandarono per aiuti ai Guelfi ai Toscana, a Mastino, ai Marchesi di Ferrara, a tutti gli amici dell' Emilia , al Re Roberto ed al magnifico Taddeo. Non mancò il Re di larghe promesse, Taddeo gli mandò trecento cavalli, il Comune di Siena cento con dui-gento balestrieri, i Perugini centocinquanta, i Gabrielli da Gubbio cinquanta, due centinaia e mezzo il signore di Volterra , e dugento pedoni Tarlato d'Arezzo, e trecento i SamminiateBÌ. Le quali genti tutte, capitanate da Maffeo Pontesaralli Bresciano, ad impedire non valsero che Lucca non cadesse in potere di que'di Pisa, restando morti o prigioni in varie zuffe molti de'più ragguardevoli fra'collegati.
   Ed il magnifico Taddeo, che in quest' anno ebbe molte cure cosà per riguardo alla Città come agli amici, non tralasciò ( di comunione col Senato )
   v^