ANNALI
ne avessero a sentire rigoroso castigo; per non moltissimi essere avvenuto ciò che doleva al Pontefice, e ciò che a sdegno movevalo ; essere stato più ro-mor di parole che fatto d'armi ; non parer giusto che il gran ministro di Dio Riparatore volesse dipartirsi da clemenza, mentre il maestro di Pietro moriva rassegnato e pregava perdono. Esortasse egli, Nunzio e Commissario, sua Beatitudine a voler mitigare i capitoli con che frenare Bologna: che troppo fossero gravi darne chiaro indizio la soggezione voluta al Rettore di Romagna in date circostanze, il pagamento delle migliaia di fiorini, il richiamare banditi e confinati per ricoverare le serpi venefiche in seno della patria, mentre questa non aveva a mala pena cicatrizzate le piaghe recenti. Perciò , aggiunse Taddeo, la Città ed il popolo di Bologna lui pregare che appresso la Santità residente in Avignone volesse raccomandare Bologna, la quale era stata pur sempre , ed ancora alla devozione di Santa Madre Chiesa.—Accolse il Nunzio molto benignamente le parole del magnifico Taddeo ; e perocché riteneva, o almeno dubitava che i capitoli non fossero stati bene intesi, di nuovo li fece leggere, e di nuovo, più. romoroso di prima s'alzò il bisbiglio, segnale di universa disapprovazione. Di che temendo il Nunzio Papale alzossi, e titubante si volse a Taddeo , e dissegli badasse bene di non irritare il Pontefice contraddicendone al dettato. A cui Taddeo rispose in un subito, ch'egli ed il popolo Bolognese non volevano contraddire al Pontefice, ma che, nè egli nè il popolo intendevano accettare gravi capitoli con mala soddisfazione ; che la benigna prudenza potrebbe assai, 1' austero comando o poco o nulla. Il perché il Nunzio, con un misto di benignità e di timore, conoscendo la difficoltà del fatto si volse a tutti i congregati, ed esortolli a rimanersi di buona voglia, promettendo fare ogni buon ufficio presso il Pontefice, affinché ) capitoli in discorso si moderassero. E io questa guisa, raddolcita l'asprezza del popolo, il Consiglio
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