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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   i3o
   ANNALI
   Taddeo si stava ragionando con alcuni suoi famigliari nel proprio palagio, quando un inviato del Consiglio invitollo alla -3ala d' udieuza ; e quivi giunto, fu levato a braccia e portato su di un seggio .eminente fra il plauso de'Consiglieri e di tutti i Ministrali delle Arti; e come signore di Bologna venne salutato. Egli, che si vide assuuto a cotanta dignità , ringraziò con tutto 1' affetto e con ornate parole l'amore, il buon animo di tutti, e si offerì pronto al servigio di ciascuno, e promise con giuramento eh' egli col timore di Dio terrebbe buona custodia della Città, e sarebbe zelante osservatore delle leggi e degli Statuti del Comune di Bologna. Poi con parole amorevoli rinunziò ad ogni titolo di Signore, e quello soltanto prescelse di Conservatore e Capitano Generale della Città. Ed ecco suo-paiono le trombe, e pubblicata l'elezione e l'accettazione del Pepoli, i soldati ch'erano alla piazza presero a gridare: Viva il Magnifico Taddeo Pepoli, viva il nostro Signore! alle cui voci correndo il popolo per ogni parte, le stesse parole di giubilo replicava.
   Stette il Magnifico Taddeo tutto quel giorno e la notte appresso ricevendo visite degli amici e del popolo; e il dì seguente cominciò a dar opera pel governo della Città. Confermò gli ordini de' cittadini , il Magistrato degli Anziani e dei Consoli , il Gonfaloniero di Giustizia, per alcun tempo già sospeso, e tutti i Ministrali. Rinnovò il titolo di Persecutore de'banditi e de'malfattori , togliendo 1' odiato di Bargello ; ridusse il nome di Proconsole de'Notai a quello di Correttore. Consegnò un Gonfalone di giustizia, e volle che le genti d'armi abitassero presso il Palazzo facendo a tal fine levare alcune beccherie che troppo viciue esistevano.— È parendogli conveniente di spedili» a visitare alcuni signori d'Italia per mettersi in amichevole corrispondenza con esso loro, ed avvisarli della novella dignità, mandò Guascone da Bologna, suo Sindaco e Procuratore a Luchino Visconti signore
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