BOLOGNESI
125
scagliava pietre dall' alto contra la parte de' Gozzadini. Onde la cosa cominciò ad inasprirsi di tal maniera che ognuno menava le mani alla disperata: e vi fu molto che fare prima che tutti si quotassero.
ANNO DI CRISTO 1537.
In mezzo alle convulsioni della patria non si lasciò di nominare i Pretori , che furono Pietro Ma-labranca da Ugubbio e Andrea Fogliani da Reggio. — V' ebbero molti Capitani , ma nessuno per regolare elezione ; e tre si furono i Proconsoli dei Notai: Belvillano de'Preti, Giovanni di Castellano Gozzadini e Nicolò de' Magnani. — Proseguivano, anzi aumentavano i pericoli ; i malori di Felsina addivenivano ognor più penosi, ed una crisi di gran momento sovrastava tremenda. — Brandeligi pigliava sospetto degli andamenti di Taddeo, nò trovava riposo, nè sapeva come accertarsi dei disegni del Pepoli. Il perchè venne a tanta impazienza, che volle sperimentare il cimento della fortuna. Intanto Bussolino Gozzadini e Verio Sassuni attaccaronsi coli'armi per ispirito di fazione, e presero co'loro aderenti una parte della piazza: Brandeligi pigliò 1' occasione ed attaccò in altra parte i Pepoli, favorendolo Cecco Bentivoglio e Vezzolo Malvezzi. In questo doppio tumulto (ao Gennaio) gridavano alcuni: Vivano gli Anziani; altri: Viva Taddeo Pepoli; altri infine: Viva Brandeligi Gozzadini ; di guisa tale che le genti non ben sapevano a che partito attenersi ; e tale era il tumulto , tali s' alzavano grida per ogni intorno, che facevano rintronar 1' aere spaventevolmente, perchè quel misto di voci e di urli, sembrava meglio un'orgia tremenda di demoni, che un battagliare di genti.
v^