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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
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   fra gli ottocento già eletti o che si avessero ad eleggere , come di sopra s' è accennato, congregandosi a suon di campana nella loro solita residenza o in altro luogo che più piacesse al Capitano prò tempore od al suo Vicario, siano bastevoli e sufficienti a rappresentare il suddetto Consiglio ; computandosi in detto numero di trecento il Capitano e il suo Vicario, e due parti degli Anziani e dei Consoli. Che finalmente dal detto Consiglio, o dalla maggior parte de'suoi componenti, si possano fare le leggi della Città, le quali abbiano forza di semplice riformazione e non sacrata , nè possano contrariare ad alcuno de'privilegiati, o ad alcuno della Società del popolo.
   Si convocarono intanto (10 Aprile) i Notai per ordine di Giovanni dalle Sardelle, che ne fu il primo Proconsole dopo i sette anni da che trova-vansi soppressi ; da quando cioè ai Pretori ed ai Capitani vennero sostituiti i Rettori ed i Maliscalchi. Essi Notai lessero ed approvarono la suddetta cedola ; e così pure i Sindaci delle Società ed i Notari loro. — Perchè poi le cose della Città fossero rettamente governate, vennero creati venti Anziani, cinque per ciascuna Tribù ; i quali si dissero Anziani eletti a colomba, che in que'tempi significa-* va, eletti a pienissimi voti e senza la menoma dissensione fra gli elettori. Questi Anziani prescelsero quattro cittadini di consiglio e di prudenza, i quali insieme col Pretore dovessero togliere tutti i disordini ch'erano dentro e fuori della Città, castigando gli sfrenati ed infesti, affinchè fosse pace la più
   Eossibilinente durevole. Furono i quattro prescelti, ancia de'Garisendi, Giovanni de'Battuti, Gottolo dalle Sardelle e Bornio de' Samaritani ; i quali in un tempo di tanto vivo bollore, mentre il popolo esultava baldanzoso per le gesta operate , volendo reprimere con severità e violenza le male abitudini , procacciavano peggiori cose ; perciocché bisognava che le nuove leggi e il riformato governo temperatamente si andassero praticando, disponendone
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