ANNALI
recar danno all'intorno. Finalmente i ribelli, reggendo non potersi a lungo difendere, consegnarono la Città al Legato, pregandolo sommessamente di perdono : e quanto imploravano ottennero. Ed affinchè per l'avvenire non ardissero tentare movimento alcuno, fabbricò una fortezza, presidiandola d'ogni cosa, sia di milizia che di vittovaglia. — E imperciocché conosceva Bertrando che i Visconti e gli Estensi erano i più forti nemici che avesse la Chiesa, mandò messaggi al Re Boemo per rassodare con esso lui ferma lega ; ed a tal fine si stàbili nuovo colloquio fra il Cardinale ed il Re a Castel Franco.
Ora, desiderando il Legato che il Pontefice avesse ragguaglio de'suoi progressi e del suo operato nella Flaminia e nella Lombardia, e più poi spezialmente in Bologna, trattò sagacemente con molti nobili della Città, affinchè ne scrivessero al Papa , senza mostrare ch'egli ne fosse consapevole. Ed i nobili adunati a consiglio, proclamarono che la Città di Bologna fosse in perpetuo sotto il governo di Santa Chiesa, ed elessero a signore di Felsina il Legato Bertrando, promettendo di sempre ubbidirlo. Questo fatto piacque a Bertrando oltre ogni dire, e ne fece ringraziamento ai nobili, ed esortolli ad informare il Pontefice di così fauste vicissitudini. — E partirono Ambasciatori di tali cose, e furono a Papa Giovanni in Avignone , e diedergli informazione a seconda delle brame del Legato , e n' ebbero segni di gioia da tutta la corte Avignonese; poi lietissimi e regalati splendidamente, alla patria ritornarono ; ed ebbero promessa da Giovanni Pontefice ch'indi ad alcun tempo verrebbe colla corte ad abitare Bologna.
Ora in quest' anno che chiudiamo , fra le provvidenze de' reggenti di Felsina , fu 1* acquisto di grano dallo straniero per sopperire alle nostre calamità; fu la fabbrica della Torre di Montacuto delle Alpi, quella del Ponte della Samoggia, l'altra di quello di Rialto, e di san Martino deli'Avesa dentro la Città; perchè a capo di Rialto in istrada Stefano
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