BOLOGNESI 125
togliendogli quel dominio che teneva in Sassuolo e in piccole terre circostanti. — L'animo di Bertrando era di ridurre all'obbedienza della Chiesa: Faenza ed altre Città e Castella della Romagna: il qnal desiderio avrebbe forse a quest'ora effettuato, se i turbamenti di Roma, di Toscana e di Lombardia non lo avessero impedito. Nondimeno alla fine deliberò voler tentare qual che si foése la fortuna; laonde radunato un esercito lo mandò in Romagna, dove molto paese fu posto a fuoco ed in rovina (28 Maggio): e Ravenna fu tentata d'assalto ; ma indamo. L'esercito allora si ridusse versò Faenza, e fermatosi al ponte di san Procolo, ivi intorno arse e predò le terre: e finalmente Bertrando ottenne ancora la Città di Faenza, ponendovi un Vicario in nome della Chiesa, e mettendovi un Governatore il quale fu Guidotto Boatieri Bolognese. Ed a Modena ancora fece il simile, mandandovi per Rettore il Conte Ettore da Panico.
Ora vedendo le altre Città della Flaminia i movimenti gagliardi del Legato Bertrando, comincia^ Tono a temere le sue forze ; laonde per assicurarsi i Ghibellini di Forlì, di Bagnacavallo e di Ravenna , fecero lega insieme, e stabilirono resistere a Bertrando ove fosse bisogno. E Bertrando ritornato a noi, ti'ovò che in sua assenza Taddiolo, Biagio e Minoccio de' Francoligi avean tentato levar in arme il popolo contro di lui : onde li fece catti» vi, ed esaminatili comandò che trascinati fossero a coda di cavallo per tutta la piazza e pel mercato, e quindi decapitati.
A mezzo dell'anno erasi Castruccio fatto signore di Pisa , però con poca soddisfazione di quel popolo, che mal lo soffriva dominatore. Di che accortosi egli, sforzò i principali della Città ad eleggerlo per due anni signore. E frattanto intendendo come il Capitano Sanguinetto era in dissensione coi Fiorentini sul dover munire la Città di Pistoia, si prevalse di cotale discordia o la Città assediò. Nò giovarono sforzi di Pistoiesi, nè aiuti di Felsinei
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