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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   tao
   ANNALI
   le quali furono sborsate loro da Frate Battolom-meo Trassassi eremitano, e depositario del Comune di Bologna.
   Frattanto il Monarca Bavaro entrò in Roma (7 Gennaio) e d'indi cacciati gli Orsini, ebbe devote molte Castella di quelle parti ed alcune Città ; e segnatamente Suttri, Toscane!la , Viterbo e Todi, onde trasse molto denaro. Quindi avendo pigliata la corona d'oro nella Città dei Pontefici, nominò Senatore di Roma il signore di Lucca Castruccio Castracani. Ma mentre che costui stavasi in Roma in tanti trionfi, Duca , Cavaliere , Conte Palatino , Maestro della Corte e Senatore , Filippo da Sangui neto figliuolo del Conte di Catanzano di Calabria, lasciato da Carlo in Firenze con mille uomini , mentre egli erasi andato nel regno pronto a qualunque cosa per la venuta del Bavaro in Roma, entrato in isperanza d'aver per trattato la Città di Pistoia, vi si recò sopra con molti soldati di Bologna mandati a lui dal Legato, ai quali ne aggiunse mille e seicento de'suoi; ed unitosi a Rosso della Tosa Fiorentino, essendo assai bene muniti di macchine e di scale, un giorno allo spuntare dell' alba v' entrò Rosso per quella parte dov' era la porta di san Marco, perchè ivi la Città era meno guardata, e poca vena di acque scorreva nelle fosse: e posto il fuoco alla porta l'arse ed aperse perchè vi entrassero in piena frotta le genti di Filippo: ed entratevi queste posero Pistoia a sacco per dieci giorni continui, con tanto scempio di quel popolo , che il fatto loro era una vera desolazione. Finito il sacco fu riformata la Città a nome del re Roberto ; e in posto del Duca Carlo vi stette a Capitano il prefato Rosso della Tosa con mille pedoni e dugento cinquanta cavalli. Indi Filippo tutto lieto ritornò a' Fiorentini ; ed i Bolognesi, compiuto il loro servigio, ricchi di preda vennero in patria a riposo.
   Nel Febbraio (5) si elessero i Notai alla camera degli Atti di Bologna, i quali furono Guardino
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