BOLOGNESI
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questi raccolsero cinquecento cavalli, ed unitili alla gente di Guasta, si avviarono verso Panico. Ma i Conti avvisati di tale mossa e conoscendo non poter contrastare a sì grosso esercito, abbandonarono Panico, salendo a ricovero sulla montagna di Caprara ; e quivi pure incalzati passarono a rifugio in Caprone ed in Capugnano; sicché per tanta loro ritirata i fuorusciti Felsinei videro molto avvilita ed umiliata la loro fazione.— E quasi in questo tempo medesimo il Castello di Marano e quello di Gorzano furono occupati dalle genti di un tale Araldino Capitano ; poi lo fu Castel Vecchio , nella presa del quale morirono molti abitatori , ed alcuni più ostinati, che a forza volevan tenerlo, stretti in catene vennero a Bologna mandati. Parimente in questo volger di tempo Simone da Correggio, co*suoi fratelli e colle genti della Chiesa pigliarono le fortezze di Borgo Forte e l'Iso« letta di Suzaria con tutto quel contorno che i Mantovani possedevano, e fabbricarono alla riva del Po un Castello, nel quale fortificatisi, di quivi uscendo quando reputavano non aver nulla a temere, «correvano poi nelle vicinanze, e col ferro e col fuoco danneggiavano le ville, le terre, e l'Isola di san Benedetto contro la famiglia dei Bonaccolsi.
Ora i Bolognesi che negli ultimi conflitti avean perduto non lieve numero di soldati e di cavalli, comandarono fosse fatta nuova descrizione di questi , e riconosciuto quanti destrieri mancavano, ritornarono la milizia al numero ed alla condizione in cui prima trovavasi. Il che fatto, fortificarono Montevia, e vi posero buone guardie perchè da'nomici di Bologna era molto infestato, e il consegnarono in protezione al Capitano del popolo. Fu pure fortificato il Castello di Casio, e vi andò un Co-nestabile con venticinque cavalli e con dodici pedoni. E perchè nella Dassata guerra fra Rinaldo Bonaccolsi di Modena ed i Bolognesi era stato guasto tutto il territorio di Nonantola, tranne la fortezza, ed ogni altra cosa era stata messa a ferro ed Annali Boi. T. 1 ti. n
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