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ANNALI
essi ostaggi vivessero sicari de* loro giovani congiunti, fu dato ad esse famiglie in custodia Castel Franco, ed elleno diedero idonea sigurtà di tremila lire per ciascheduna di bene e fedelmente conservare il predetto Castello, ricevendo frattanto il salario consueto a darsi agli altri ufficiali che l'ebbero per lo addietro in custodia. E perchè tutte le cose procedessero con regolarità e con buon accordo, il Consiglio di Bologna mandò Ambasciatori a Modena, Bibliobarigi Azzoguidi, Tommaso Forma-
fliari, Giacomo Artenisi, Giovanni Bonvicini, e tambagliuolo de'Bambagliuoli, i quali accompagnarono il suddetto Tano coi dodici ostaggi. Poi tatti i carcerati nobili e plebei che in Modena erano distenuti, furono rilasciati liberi, e, tranne due fuorusciti, ridonati alle proprie famiglie. Ai Bolognesi in questa pace vennero restituite le loro Castella, cioè Monteveglio, Bazzano e Savignano colla torre de'Canoli, facendo aperte e sicure le strade, come appieno significa l'Istromento di essa pace, stipulato per Giovanni da Forlì e per Bartolaccio de' Tolomei da Bologna.
Spiacque assai questa pace a Rinaldo Marchese da Este, il quale sdegnoso della cosa, collegossi con Azzone Visconti, e recossi a Ferrara, per esser più pronto ad offesa ove reputasse convenirgli per l'ambizione propria.—Ora intendendo i Bolognesi che i Ghibellini della Toscana e di Lombardia avevano mandati Ambasciatori in Germania per chiamare di colà in Italia il Duca di Baviera eletto già Imperatore, il quale pareva apparecchiarsi a discendere in Lombardia contra la volontà del Pontefice; cominciarono a fortificare più di prima e la Città ed il Distretto, e spezialmente la parte della montagna occidentale, eleggendo a tal fine il benemerito Bertolaccio Tolomei più volte lodato, a Capitano generale della montagna insieme con Barbo de'Sabbadini, Giuliano Malvezzi, Guiduccio da Monzone, Maghinardo del Conte Ugolino da Panico, e quei da Cuzzano e quei da Vizzano, con
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