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Annali della cittą di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   E i Forlivesi in sulla fine del Giugno, siccome trovavansi in angustia di turbolenza con paesi finitimi, vennero per ambasciatori al Comune Bolognese , affine d' intercedere soccorsi d' uomini : e perchč amici, ebbero aiuto d'armigeri di due Tribł della Cittą. — E sui primi del Luglio i tre Giurisperiti in Canonica, Tommaso de' Marsalo-gli, Bonifazio de'Galluzzi e Matteo de* Gandoni, desiderando conseguirne la laurea , ne fecero inchiesta ai Reggitori dello Studio, i quali, per dar premio al valore de* chiedenti, decretarono la corona de'dottori ai predetti Giurisperiti. Ma inteso questo i Dottori del Collegio, fecero ordinazione che niuno si promovesse al Dottorato, che Bolognese non fosse ; il che poteva tornare a danno dell' Archiginnasio. Gli scolari pertanto fecer ricorso al Consiglio e popolo di Bologna, i quali ordinarono di consentimento comune che venissero i tre ricorrenti esaminati'alla presenza di Francesco degli Ubaldini e di Errighetto de' Riosti , Priori nell' ufficio dell' Arcidiaconato ; e pił di Gregorio da Piacenza, del Vescovo della Cittą, del Capitolo e de' Canonici della Cattedrale, sotto gravi pene a tutti i Dottori se mancassero d'intervenire all'esame, e con facoltą al Pretore di potere agir su di essi. Esaminati adunque pubblicamente e privatamente, come Dottori furono accettati ed ammessi al grado dai' prenominati Francesco , Errighetto e Gregorio. E se alcuno contrariasse ad un tal fatto, volie il Consiglio che quel tale fosse della protezione del Comune e del popolo di Bologna privo ; e nella roba e nella persona potesse venir offeso da chiunque impunemente. Fu inoltre decreto del Consiglio che i nuovi Dottori si dovessero approvare ed incorporare nel loro •Collegio, sotto pena di cinquecento lire per ciascun Dottore che contraffacesse, a condizione che ciascuno di essi addottorati dovesse sborsar prima, secondo il costume, dugento lire, col cumulo delle quali si acquisterebbe una casa a benefģzio del Comune e del popolo di Bologna.