BOLOGNESI
441
ANNO DI CRISTO 1904.
Veggendo i Bolognesi che quei di Milano si mettevano all'ordine di gente, e che Alberto Scotto da Piacenza anch'egli accozzava soldati, e che le Città fra il Santerno e il Rubicone non erao ben ferme nella loro quiete, quantunque Teodaldo Brusato Bresciano, spedito dal Pontefice Rettore della Provincia Romagnuola, stando in Cesena si adoperasse a tener pace ; deliberaron far nuova provvisione anch'essi, non solamente alla Città ma a tutte le castella del Bolognese. Perciò furono eletti a quest'opera da Bernardino da Poncarale Bresciano, Pretore del primo semestere, e dagli Anziani e Consoli di Gennaio, Gerardo de' Sabbadini, Rolandino Formaglini , Conte di Piero Baciacomari e Bettuc-cio dalle Tavole. E, consentendo il Capitano del popolo Rainaldo Tarabotti, vennero deputati sopra la munizione delle armi e degli altri bellici stranienti , Bonincontro dello Spedale e Gerardo di Rolandino Galluzzi. Da costoro si organizzarono le guardie della Città e diurne e notturne, e sulla nuova Selioiata di Strada Maggiore si fece la mostra generale delle milizie che i Bolognesi allora avevano in punto. — Ed ecco l'ordine della milizia a que'giorni: Ogni tribù della Città era obbligata a difensione della patria tenere cento cavalli, x quali dall'erario pubblico aveano la spesa di sette soldi per giorno: e quattro soldi n'avevano i fanti. Degli arnesi quindi e delle armi i soldati si provvedevano del proprio come più n'avessero d'uopo. Quando poi occorreva di gire alla guerra colla campana della Tribù deputata al servigio davasi il segno; e i capi co'cavalli ed i pedoni di essa Tribù al luogo dov'era posta la bandiera si radunavano; Armai. Boi. T. II. 56
CjOOQle