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aiuto a'Bolognesi; ohe questi giunsero colla Tribà di san Pietro, ma tardi ; che più non trovandosi ih potere de'chiedenti se non la Ròcca di Lardano, vollero cacciarne* i minacciosi Lucchesi che la cingetan d'assedio; ma che alla fine i Pistoiesi coi nostif jèbbero la peggio, e quella Ròcca pure si arrese. Cinque de'principali Bolognesi furon morti nel fatto: e la Milizia nostra, che passava in Toscana due volte in brevissimo tempo, sgomentavasi per picciol urto, e vacillava e crollava. Era un periodo di vertigine pe'Bolognesi ; e se tacevano le voci Guelfo e Ghibellino, parlavano altre egualmente funeste e dilaniatici ; e la stabilità del reggimento tentennava, e il popolo si faceva lupo per divorare gli agnelli del proprio ovile, meotre si faceva agnello per venir divorato da lupi di regioni straniere. E gli stava a dovere, che non tenendosi contento del proprio stato, s'avesse a sobbarcare a più tristo e miserando!.. La discordia si voleva ; un gran mutamento non poteva esser lungi ; e il mutamento per chi si getta ad anarchia, è più presto un giogo di ferro, che un lacerarsi di ritorte.
Ma frattanto, appena entrati gli Anziani e i Consoli Maggio, fecero fortificare il Castello dell'Uccellino, ed imposero a tutti Comuni posti fra la Savena e il Reno l'obbligo di scavarvi le fòsse. Poi (10 Maggio) diedero opera ad una bastita bea riparata e guardata, sulla via dell' Idice in luogo detto Boccazone, per difesa del Distretto di Bologna in quelle bande, e perchè per tale via non venisse estratta vittovaglia dal Contado nostro.
Era negli Statuti e nelle Ordinazioni del Consiglio , che mantenesse difeso lo Studio e gli Scolari forestieri che qua venivano ad apprendere ; perciocché non avendo essi parenti o protettori fra noi che il Senato Felsineo, a lui dovevano ricorrere , come a padre, nelle proprie bisogne. E vi ricorsero in quest' anno ; poiché avendo un tal Mastro da Montepulciano, uomo tumultuante e sostenuto