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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 377
   esteriormente alcuni archi chiusi. Il Castello di Galliera, del quale esistono ruderi visibilissimi, fu opera del i33o , quando il Pontefice fermava di piantar seggio in questa nostra Città.—Finalmente fra Galliera e le Lamme, forse dov'è oggi il pubblico Magazzino delle Polveri esplosive, era una torre, o meglio edilìzio o casa, nomata della Còlla, forse cosi detta (come Opina il prefato Mazzoni) per collare ivi i rei, e purgare colla barbarie e la violenza gì' indizi di maleficio dei medesimi.
   ANNO DI CRISTO «509.
   Rotano da Sassoferrato, poi un Gonfaloniere Piacentino vennero in quest' anno a Pretori fra noi : e giunsero a Capitani del popolo, nei due semestri , Guido Viani da Lunigiana ed Arnolfo Fisi-raga da Lodi.— Erano appena prescelti gli Anziani e i Consoli del primo mese, quando giunsero a noi Ambasciatori di Pistoia, per impetrare di poter tradurre alla loro Città il grano acquistato da' forestieri: il che fu loro di buon grado accordato, purché non fosse grano compro nella Città e nel Contado di Bologna, d'Imola e di Faenza , che probabilmente non ne avranno avuto molta dovizia.
   Nacque intanto discordia fra il Comune di Bologna ed il Vescovo Giovanni Savelli ; ed eccone il motivo. Fu fabbricato un mulino nella Corte del Castello del Vescovo, presso la sponda sinistra del Reno , vicino a Pontecchio. Intanto i conduttori del pubblico dazio volevano che il Vescovo pure il pagasse ; ma egli, perchè il molino era edificato nella sua Corte, ricusò il pagamento. Ed ecco i Dazieri mandarvi tosto un Notaio, che riscotesse la gabella : il quale con ingiuria e vergogna fu cacciato di là. Il che vedendo i conduttori del Da-zio, si disposero ad istituire un processo contro il