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ANNALI
l'effetto desiderato, di quello che l'unione compiuta de'cittadini, legati in iscambievole soccorso; fecero invitare (i5 Maggio) tutte le Compagnie di Bologna coi loro Sindaci, che si trovassero a un dì convenuto nel Consiglio, dove si raccolsero i No* bili ancora della Città. I quali tutti radunati, il Pretore invitò chiunque a pace ed unione per far salva la patria. Ed i Sindaci delle Società, ed i Nobili ivi accolti giurarono unione e reciprocane d'aiuto. Poi di comune consentimento si statuì che ad ogni terzo anno nella festa di sant'Ambrogio si rinnovasse ristesso giuramento.
E frattanto Lucca e Fiorenza gemevano per le discordie de'Bianchi e de'Neri: e il Marchese di Monferrato e la terra di Cugnolo, e quei di Lodi e il Castello di san Floriano si rintuzzavano e travagliavano a vicenda. Ma questo fu poco a fronte della ribellione che gonfiava e stavasi già per iscop-piare in Milano contro di Matteo Visconti capo-no-bile della Città. Il perchè mandò egli suoi messi a'Bolognesi per aiuto: e n'ebbe cento cavalli ed altrettanti pedoni. — Si mi glian temente i Pistoiesi, eh' erano in disturbi, mandarono Ambasciatori a Bologna (3o Maggio) a domandare il Senato d'aiuto, e furon promessi loro pedoni, cavalli ed ogn'altro soccorso possibile. Cosi i Fiorentini (a Giugno) furono a noi per aiuto , e n'ebbero sei mila lire e maggiori offerte. — E, secondo ciò che racconta il Ghirardacci, giunsero ancora quei di Forlì offerendo al Senato nostro la Podesteria della loro patria ; il che non venne accettato. — Imola chiese grano, e n' ebbe prestito di quattrocento corbe -x poiché i maestrati nostri, provveditori delle biade, non solo ammassavano il necessario pel paese, ma quant'anche potesse giovare a mostrar cortesia agli strani.
Neil' Ottobre poi, fu fatto avvertito il Comune che per la montagna del Contado scorreva armata mano il famoso bandito e ladrone da strada Mar-chesino Lupo, le cui ribalderie venivano in dispetto