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alla stirpe dell' esimo poeta Guido Gninicelli. —* Finalmente tra' Leggisti Bolognesi accenneremo Federico Scala, Maestro e Scrittore di reputate Questioni e di un volume di Consigli: il quale Federico del 1289 passava all'eternità.
Oltre poi a tutti questi Leggisti, o Maestri, o Dottori,, od eruditi nel Gius-Canonico e Civile » ne sorsero'alcuni altri, ch'ebbero inerito di venir creati Dottori in Decreti od espositori delle Deere-tali; la quale dignità non era consentita sì di leggieri a chi dava opera alle cose del Foro e della Giurisprudenza.
Uno di tali celeberrimi fu Giacopino Graziadei. Costui salì in tanta fama appena prese ad esercitare nel Gius-Canonico, che venne appellato volgarmente Maestro Giacopino della Canonica. Era contemporaneo di Francesco Accursio ; e con lui e con Alberico Scannabecchi intervenne nel iaS6 ai patti ed alle condizioni onde il Comune di Bologna abolì 1 la servitù, e pubblicò la Legge di Paradiso dettata
da quello Sclariti, onde abbiamo già detto parlando de' Notai. E dopo sei anni, insieme ad un Odofredo e a Bonrecupro, Dottori di Leggi, consigliò e sentenziò in nna lite, la quale agitavasi tra' Canonici della Chiesa di Bologna ed i Frati Eremitani di sant' Agostino. Oltre il qual tempo non y' ha più notizia del Graziadei, che si tiene comunemente mancato ai vivi poco appresso.
Or ecco un altro Dottor di Decreti ed espositore delle Decretali. Fu questi Giacomo Bonacosa, il quale si annovera fra gì' illustri che tennero cattedra nel nostro Studio nel secolo che stiamo riepilogando. Era Canonico della Chiesa Vescovile, e per alcun tempo venne deputato collettore delle Decime in sussidio della guerra contro gì' infedeli. Ebbe parte nei principali fatti ecclesiastici del suo tempo ; e negli ultimi anni del viver suo esercitò l'ufficio di Auditore delle Contraddette: impiego il quale non davasi dal Pontefice che ad uomini tenuti in concetto di eruditissimi nel Diritto Canonico.